I soldi già sono pochi e perciò il Fisco controllerà due volte per scovare i furbetti del sostegno. Come tutti sappiamo, dal 30 marzo e per i prossimi 60 giorni, sarà possibile richiedere il contributo a fondo perduto. Professionisti e imprese hanno già fatto i conti su quanto gli spetta e attendono solo l’apertura della procedura per presentare la domanda. Parallelamente l’Agenzia delle Entrate ha già pronto il piano per evitare storture e scoprire coloro che non hanno i requisiti per ottenere l’aiuto di Stato.
Meglio evitare di fare i furbi
Per questo motivo il Fisco verificherà le domande al momento della presentazione e successivamente all’erogazione del contributo. Perciò il furbetto di turno difficilmente riuscirà a farla franca. Dunque chi ha intenzione di mettere in atto azioni fraudolente meglio che abbandoni l’idea. L’Agenzia delle Entrate ha gli occhi ben aperti e monitora costantemente tutto l’iter dell’istanza dall’inizio alla fine. In caso di anomalie, il Fisco potrà scartare l’istanza oppure predisporre la revoca, totale o parziale, del contributo elargito.
Il rischio
L’Agenzia delle Entrate applicherà ai furbetti di turno specifiche sanzioni amministrative ma nei casi più gravi si corre il serio rischio di misure più pesanti per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Effettivamente prendere in giro l’Agenzia delle Entrate non è semplice perché l’Amministrazione finanziaria conosce i movimenti economici dei contribuenti semplicemente consultando l’anagrafe tributaria.
L’Agenzia delle Entrate cosa controlla in prima battuta
Prima di tutto l’Agenzia delle Entrate verifica chi ha presentato la domanda e se la partita IVA del soggetto richiedente è attiva già alla data del 23 marzo 2021. Infatti tutti coloro che hanno in mente di aprire in questi giorni la partita IVA non concorrono al contributo a fondo perduto. Inoltre un altro controllo verrà eseguito sulla corrispondenza tra chi chiede il contributo e il titolare dell’IBAN in modo da far finire i soldi sul conto corrente giusto.
I controlli successivi
Professionisti e imprese una volta ottenuti i soldi non saranno immuni da ulteriori controlli perché l’Agenzia delle Entrate verificherà i dati indicati con quelli presenti in anagrafe tributaria. Nel caso in cui emergano delle situazioni spiacevoli, l’Agenzia delle Entrate procederà al recupero delle somme con l’aggiunta di sanzioni dal 100 al 200% del contributo richiesto e non spettante. Dunque il Fisco controllerà due volte per scovare i furbetti del sostegno.