Il Fisco agevola pensionati ed ex emigrati, ecco come.
Buone notizie per i pensionati che arrotondano grazie alla locazione breve di una stanza o di una parte della casa. Questa attività non è da considerare forma di impresa, se si offre solo il pernottamento. Lo ha stabilito l’Agenzia delle Entrate con la risposta al quesito n. 278.
Lo è invece se, oltre a mettere a disposizione i locali, si forniscono all’ospite altri servizi aggiuntivi a pagamento. Come la somministrazione di pasti, la visita guidata del territorio o l’organizzazione di corsi. Queste attività accessorie, invece sì, fanno scattare l’applicazione del reddito di impresa.
Milioni di italiani, insomma, tirano il fiato. La possibilità di affittare una stanza offre un piccolo sollievo a un basso reddito. E ha convinto anche un po’ di emigrati a tornare a casa per godersi la pensione. Tutto diventerebbe antieconomico, se si dovesse necessariamente aprire un’impresa. Inoltre, molti di coloro che offrono l’affitto breve, non avrebbero il tempo, l’età o le forze per aggiungere altri servizi. Comprendiamo meglio l’importanza di questa precisazione con l’aiuto degli esperti di Diritto e Fisco di Proiezioni di Borsa.
Il confine per l’attività occasionale
È chiaro che l’Agenzia delle Entrate interviene se riconosce l’esistenza di fatto di una organizzazione di tipo imprenditoriale. Vale a dire se riscontra una elevata rotazione di ospiti, l’impiego di personale per le pulizie o l’apertura di un ufficio per gestire le prenotazioni. Ma è stato precisato che ciò avviene anche in caso somministrazione di pasti in casa o proposta di tour guidati. Perché questi non presentano una necessaria connessione con le finalità residenziali degli immobili.
I servizi che invece già da tre anni sono considerati strettamente connessi (circolare 24/3 del 12 ottobre 2017) sono la fornitura delle utenze, il wi-fi e l’aria condizionata. Anche se la locazione è breve e occasionale. Che disciplina si applica per la locazione breve stipulata da persone fisiche al di fuori dell’esercizio dell’attività d’impresa? Bisogna attenersi all’art. 4 del decreto-legge 24 aprile 2017 n. 50. Si devono osservare le disposizioni dell’art. 3 del d.lgs. 14 marzo 2011 n. 23. In particolare, tali contratti non devono superare la durata di 30 giorni.
Un’attività perfetta per gli ex emigrati che rientrano in Italia
Il Fisco agevola pensionati ed ex emigrati, ecco come. Coloro che hanno lavorato all’estero almeno negli ultimi cinque anni, potrebbero risultare particolarmente avvantaggiati da una combinazione di agevolazioni attualmente in essere. Chi non ha una casa, potrebbe trasferirsi fiscalmente nei comuni italiani attualmente in promozione. Sono quelli delle regioni del Mezzogiorno con meno di 20 mila abitanti, fra cui quelli che offrono case in vendita a 1 euro. Ma ci sono anche i comuni colpiti dal sisma, con più di 3 mila abitanti.
Gli emigrati di ritorno potrebbero ristrutturare vantaggiosamente qualche vecchio edificio, sfruttando i benefici del bonus 110%. E poi arrotondare la pensione con la locazione breve occasionale. In tutto questo si inserisce una novità: il regime fiscale di assoluto favore, con tassazione al 7%. Questa offerta è valida per nove anni, nove periodi d’imposta successivi a quello in cui avviene il trasferimento della residenza fiscale. Possono beneficiarne anche i titolari di redditi da pensione estera che siano pure titolari di pensione INPS. A cui, però, non si applica la suddetta disciplina.