La prima potenza mondiale, e con lei il dollaro, si trova a dover fare i conti, nuovamente, con quella spada di Damocle che sempre più spesso si presenta nella seconda metà dell’anno: lo shutdown.
Quello attuale è un momento storico molto particolare. Infatti gli USA, così come anche il resto del mondo, sono alla spasmodica ricerca di una ripresa economica che stenta a rafforzarsi. Non solo, ma oltre ad un possibile tapering sempre più concreto, si devono anche considerare le conseguenze, sui consumi, degli stop alle misure di sostegno varate con l’arrivo della pandemia.
In tutto questo l’attenzione degli osservatori e degli operatori, è ovviamente diretta verso i listini a stelle e strisce, che in questi ultimi mesi hanno toccato e rivisto record storici in continuazione, e verso la moneta statunitense. In particolare il dollaro alle prese con debt ceiling e shutdown registra un inatteso rafforzamento. Inatteso perché, proprio a causa delle incertezze sulle prossime mosse del Congresso e della Banca centrale, la divisa dovrebbe, in teoria, perdere quota. Come giustificare allora un simile comportamento?
Il dollaro alle prese con debt ceiling e shutdown
Partiamo prima di tutto col capire cosa si intende con debt ceiling e shutdown. Nel primo caso si intende letteralmente il tetto massimo di debito raggiungibile dagli Stati Uniti in un determinato periodo di tempo. Questa soglia nasce da un accordo tra le parti politiche coinvolte, Repubblicani e Democratici. Inoltre, secondo quanto stabilito dalla Legge statunitense, dev’essere trovata entro la metà di ottobre. Un accordo che mira, ogni volta, ad alzare sempre più l’asticella. Nel secondo caso e cioè lo shutdown si intende quella vera e propria paralisi amministrativa che nasce nel caso in cui il suddetto accordo non venga trovato.
Infatti lo Stato, qualora ciò dovesse avvenire, non sarebbe più in gradi di pagare stipendi e tanto meno emettere titoli di debito. Attualmente i repubblicani presenti al Senato sono riusciti a bloccare un provvedimento che prevedeva il finanziamento per il Governo. Si tratta di un provvedimento che la Camera aveva invece approvato.
Da qui l’allarme lanciato direttamente dal segretario al Tesoro, Janet Yellen che teme per risorse troppo esigue per permettere alle autorità di portare avanti i progetti già approvati. Ma nonostante tutte le incognite il dollaro non solo si sta rafforzando ma, secondo i grafici, è arrivato addirittura a toccare i massimi dell’anno. Un trend che è stato costante in questi giorni proprio perché il dollaro è percepito come moneta rifugio. Infatti i punti interrogativi all’orizzonte sembrano moltiplicarsi ulteriormente con l’esplosione dell’energy crunch. Come anche di un’inflazione che potrebbe durare più a lungo del previsto.