I dati ISTAT sulle nascite degli ultimi anni in Italia non lasciano adito a dubbi: la popolazione italiana cala ed invecchia sempre di più ma soprattutto cala drasticamente, nel 2020, il numero delle nascite già da tempo caratterizzato da un trend negativo. Nel 2020 sono nati 404.104 bambini, il 3,8% in meno rispetto al 2019 e quasi il 30% in meno rispetto al 2008. Il calo delle nascite è un fenomeno che inizia negli anni ’70 e che raggiunge il minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. Nel 2000, si assiste ad un leggero aumento della nascita di bambini. Probabilmente a causa dell’apporto degli immigrati, che comunque si riduce negli anni successivi, fino a raggiungere un nuovo minimo storico negli anni della pandemia.
Il calo delle nascite in Italia ai tempi della pandemia. Un calo generalizzato su tutto il territorio nazionale
Negli anni 2019 2020, secondo i dati ISTAT, il calo delle nascite è generalizzato su tutto il territorio nazionale ma si verifica soprattutto nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno.
Il clima di incertezza generato dalla pandemia e le preoccupazioni per il futuro pesano fortemente sulle donne, inducendo le famiglie a rinviare il concepimento a tempi migliori. I dati di marzo 2021 mostrano tuttavia segnali positivi. Infatti, dopo un ulteriore calo di gennaio 2021, a marzo si registra un aumento del 3,7 % (32.941, circa 1.200 in più rispetto allo stesso mese del 2020), con un incremento più sostenuto nel Mezzogiorno (8 %).
I segnali positivi di marzo 2021 e le misure di sostegno alla genitorialità
Quali sono i motivi del calo delle nascite in Italia ai tempi della pandemia e quali soluzioni?
Se non si riesce a cambiare rotta, secondo l’ISTAT, nel 2050 si potrebbe raggiungere la soglia critica dei 350mila bambini nati in un anno. Se il calo persistesse anche dopo la crisi sanitaria, potrebbe avere effetti negativi sulla popolazione residente e sulle persone in età lavorativa. Per non disperdere i segnali positivi di marzo 2021, è necessario pensare a misure e soluzioni immediate. Tra queste l’assegno temporaneo per i figli, erogato fino a dicembre 2021, per fronteggiare la crisi della natalità e sostenere i genitori con figli minorenni che non beneficiano degli assegni al nucleo familiare.
L’assegno può essere richiesto fino a settembre 2021 senza perdere gli arretrati, dalle famiglie con figli di età compresa tra 0 e 18 anni. È rivolto a lavoratori, con ISEE inferiore a 50.000 euro, appartenenti alle categorie degli autonomi, a disoccupati, coltivatori diretti, coloni e mezzadri e titolari di pensione da lavoro autonomo. Una misura ponte, in attesa dell’assegno unico e universale al via dal 2022, che dovrà mettere ordine e sostituire tutte le altre misure oggi in vigore.