Il gioco si fa sempre più duro e agli italiani nulla sfugge. Sono diventati abili persino nel nutrire dubbi tra le informazioni obiettive (o che tendono all’obiettività) e la strumentalizzazione. Così oltre ad alcuni parlamentari, secondo l’indagine IPSOS, il 47% «preferirebbe evitare qualsiasi coinvolgimento» del Belpaese sul fronte. Che si chiami «aiuto», «sostegno» o «missione» capire cosa accade da quelle parti è realmente arduo. Cosa arriva a marchio Italia e come viene impiegato è difficile da decifrare. Solo il 5% si dichiara favorevole ad intervenire con le proprie truppe e il 31% sostiene la decisione dell’invio di armi. La maggioranza del campione considerato dall’Istituto di Ricerche è per il tenersi fuori dalla vicenda.
Che si sta facendo sempre più complessa fino a toccare e coinvolgere USA e Cina. Due inquilini che era meglio non scendessero in campo perché, comunque la si pensi, la dimensione del conflitto adesso presenta prospettive e scenari di ampia scala. E forse non dovevamo arrivarci.
Intanto una parte del Mondo prega e spera. Ieri il Santo Padre ha pregato in diretta TV per la «consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria». Ma ci chiediamo se a Zelensky e Putin sia giunta la voce del coro universale, dell’appello alla Pace e al cessate il fuoco che coinvolge credenti e atei.
Il 47% degli italiani non è favorevole ad un coinvolgimento dell’Italia in guerra, il sentiment secondo l’IPSOS
Il team Pubblic Affairs di IPSOS nel suo ultimo monitoraggio sul sentiment degli italiani rispetto al conflitto rileva una crescita della paura. «Si registra, tra gli italiani, un crollo della speranza e una crescita di emozioni quali tristezza, rabbia e paura. Continuano ad aumentare i timori per le conseguenze economiche e diminuire quelli relativi alla possibile entrata in guerra dell’Italia». Aumenta la percentuale di quanti ritengono il conflitto si estenda ma nei limiti dell’Europa orientale (29%). Rispetto al rischio nucleare, tutto sommato, il campione appare ottimista. Infatti la maggioranza degli intervistati, pari al 34%, lo ritiene poco probabile. Il trend generale però intercetta nell’86% la preoccupazione per l’andamento del conflitto.
Risvolti
Il sentiment nella vita pratica si trasforma in una contrazione dei consumi. Un’attenzione oculata alla spesa molto concentrata sulle scorte e su una riduzione degli spostamenti in auto. In merito, di recente Confesercenti ha pubblicato i risultati di un sondaggio sul paniere (rinnovato) di beni degli italiani.
Interpretazione
L’affacciata di Joe Biden in Europa, la rassicurazione della percentuale di fornitura di gas dagli States verso l’Europa, potrebbero tranquillizzarci. Ma è tutto relativo. La presenza americana può risultare ambivalente. Di rassicurazione ma anche di rischio di un’estensione troppo ampia della tensione internazionale. Che può degenerare in un conflitto mondiale.
Difatti il 47% degli italiani non è favorevole ad un coinvolgimento dell’Italia in guerra, il sentiment secondo l’IPSOS pende verso il disappunto e la preoccupazione.