Siamo nel bel mezzo delle festività natalizie e fervono i preparativi in vista del ponte di un fine anno molto particolare. L’augurio è che il 2021 possa essere migliore di quello in chiusura e la speranza è riposta nella possibilità che il nuovo anno rappresenti davvero la svolta.
Parimenti, il 31 dicembre 2020 è il giorno della patrimoniale per i titolari di Libretti di Risparmio postale. Vediamo di capire di che si tratta e cosa bisogna sapere per non farci cogliere impreparati.
Una doverosa premessa
L’imposta di bollo, a dire il vero, non si applica solo a questa tipologia di prodotti finanziari. La platea dei prodotti imponibili è infatti molto più vasta dei soli Libretti di Risparmio. Troviamo i conti correnti bancari, i conti deposito, i Buoni fruttiferi postali, etc. Ancora, vi è anche l’IMU nel novero, ma essa riguarda gli immobili.
In tutti i casi si tratta di piccole patrimoniali alle quali ormai l’opinione pubblica non presta attenzione più di tanto, dandole quasi come “scontate”.
In questa sede, quindi, la Redazione di ProiezionidiBorsa delinea l’applicazione di tale imposta su questo strumento delle Poste.
L’imposta di bollo sui Libretti di Risparmio postale
A partire dall’1 gennaio 2012, il D.L. n. 611 del 6/12/2011 ha introdotto, per la prima volta, l’imposta di bollo anche sui Libretti di Risparmio postale. La sua misura è pari a 34,20 euro annui per le persone fisiche. Essa si applica quando il valore medio di giacenza complessiva dei Libretti, aventi stessa intestazione o contestazione e riferito al periodo rendicontato, supera i 5mila euro.
Essa sale invece a cento euro per i soggetti titolari diversi dalle persone fisiche (tipo le associazioni, le società, gli Enti, etc) e non tiene conto del saldo del libretto. Cioè per il cliente persona giuridica non esiste soglia di esenzione.
Tale imposta si applica dunque sulla giacenza media complessiva, mentre viene calcolata sulla media dei saldi giornalieri del periodo di possesso del Libretto.
Il momento della sua applicazione è di norma il 31 dicembre di ogni fine anno per le persone giuridiche. Per le persone fisiche, è ad ogni trimestre (8,55 euro X 4 volte), quindi domani ci sarà l’addebito della quarta rata annuale. Oppure alla chiusura del Libretto. In questo secondo caso, l’imposta è in rapporto al numero effettivo di giorni di tenuta dello strumento. Quindi se un cliente di Poste chiude il suo Libretto durante l’anno, l’imposta sarà proporzionale al tempo e quindi risulterà per forza inferiore ai 34,20 euro. Ad ogni modo non sarà mai inferiore a 1 euro.
Ancora sull’applicazione di questa patrimoniale del 31 dicembre 2020
Nel caso in cui una stessa persona possegga due o più Libretti, l’imposta di bollo viene calcolata cumulativamente riguardo a tutti i Libretti identicamente intestati.
Quindi se la giacenza media dovesse superare la soglia dei 5mila euro l’imposta di bollo sarà applicata con riferimento a ciascun Libretto.
Infine, a tale imposta riguarda anche i Libretti speciali dedicati ai minori di 18 anni. Al riguardo si può dire che l’imposta non tiene conto (ed esula) dall’età dell’intestatario del conto.
Perché il 31 dicembre 2020 è il giorno della patrimoniale per i titolari di Libretti di Risparmio postale?
A questo punto resta solo un dubbio da sciogliere, ossia come evitare di pagare l’imposta di bollo. Semplice: basta scegliere uno dei tanti prodotti finanziari di cui è ricco il mercato e destinarvi la liquidità “in eccesso”.
Se ad esempio si dispone di un reddito fisso o comunque costante, potrebbe essere sufficiente tenere il saldo poco al di sotto dei 5mila euro. E mettere a fruttare il resto della liquidità, magari scegliendo un prodotto facilmente liquidabile, nel caso di esigenze improvvise. In questo articolo illustriamo quanto capitale, e per quanto tempo, sarebbe sufficiente investire per non pagare, con i nostri soldi, l’imposta di bollo.
Ecco dunque illustrato perché il 31 dicembre 2020 è il giorno della patrimoniale per i titolari di Libretti di Risparmio postale.