Poche settimane fa il CEO di Intesa SanPaolo, Carlo Messina, ha dato la sua opinione in merito alle aggregazioni bancarie. Ha dichiarato infatti: “Ci sono diversi soggetti sul mercato che possono combinarsi tra di loro”.
Detta diversamente, e tenendo a mente che a parlare è stato uno dei top manager dell’universo bancario nazionale, queste parole meritano più di un attimo di riflessione. Si tratta infatti di affermazioni su cui soffermarsi, anche alla luce delle ripercussioni e degli strascichi negativi che la crisi nata col Covid si lascerà nel tempo nei bilanci delle banche. Vediamo di capire il perché.
In particolare ci chiediamo se il 2021 di Piazza Affari sarà sotto il segno delle fusioni bancarie, quali titoli caldi da monitorare, tra quelli che attireranno i maggiori capitali e quindi potenzialmente più interessanti per il piccolo investitore? Procediamo con ordine.
Perché ci si aggrega?
Anzitutto bisogna capire le motivazioni che spingono i gruppi bancari a scegliere questa strada, ovvero a fondersi. In sintesi, possiamo elencare le seguenti ragioni:
a) tagliare i costi di gestione aumentando, per tale via indiretta, la redditività;
b) disporre di maggiori masse trattate e intermediate, tali da generare nuove commissioni che vadano a controbilanciare i bassissimi margini d’interesse degli ultimi anni. La contrazione dei tassi, infatti, da anni sta portando i gruppi bancari a scovare nuovi filoni di business in grado di apportare nuova e/o diversa redditività;
c) a volte può trattarsi anche solo della necessità di inglobare, in un unico soggetto, più funzioni contigue. In maniera tale da avere una sorta di filiera più corta;
d) la maggiore dimensione rende più facile implementare processi di innovazione e/o trasformazione. Al riguardo si pensi alle sfide prossime a venire nel campo del fintech e della progressiva trasformazione digitale dei sistemi di pagamento;
e) infine, un gruppo bancario più grande diventa a sua volta difficilmente scalabile o comunque può relativamente sentirsi al riparo sotto tale aspetto.
Il 2021 di Piazza Affari sarà sotto il segno delle fusioni bancarie?
Dunque, le motivazioni per ricorrere alle aggregazioni non mancano e sono alquanto interessanti per tutti: sia per chi attrae, sia per chi è attratto. Spesso tuttavia le difficoltà sono più legate all’ostruzionismo del top-management dei gruppi minori, vale a dire della banca scalata. Questo perché, se acquisiti, inglobati, quasi sicuramente comporterebbe una rinuncia delle loro cariche più prestigiose. Può essere il caso, ad esempio, delle c.d. banche del territorio.
C’è tuttavia un sesto elemento che verosimilmente farà da propulsore alle aggregazioni bancarie nel corso del 2021 (e forse anche oltre). Ed è direttamente legato alla crisi del Covid: detta in termini più crudi, alle banche quanti crediti in futuro non saranno restituiti dalle imprese che entreranno in difficoltà?
Quest’osservazione, vista nell’ottica degli istituti di credito, vuol dire che determinerà inevitabili perdite sul monte-crediti che loro hanno concesso o stanno concedendo in questi mesi. Il saldo esatto di questi potenziali buchi di bilancio lo sapremo a tsunami-Covid concluso. Ma è innegabile che un tot numero di aziende falliranno (si spera il meno possibile) mandando in fumo anche una particina dei crediti bancari concessi.
A pagarne le maggiori conseguenze potrebbero essere le banche di medio-piccole dimensioni. O comunque quelle più direttamente esposte alle aziende che finiranno in default.
Quali saranno i titoli caldi da monitorare a Piazza Affari?
Nel corso degli ultimi mesi l’Esecutivo non ha mancato di rassicurare il mondo bancario in merito ai prestiti concessi all’universo imprenditoriale in difficoltà. Tuttavia, in ballo ci sono comunque grandi numeri e, almeno per adesso, ancora non si sa bene come andrà a finire la situazione.
Come sottolineava il manager Carlo Messina, questo processo di aggregazione, di fusioni, è “indispensabile che accada il primo possibile. Perché, quando ci sarà il round di consolidamenti europei, il nostro Paese dovrà disporre di due-tre gruppi bancari forti che potranno posizionarsi in Europa come leader”.
Anche alla luce di queste affermazioni ci chiediamo se il 2021 di Piazza Affari sarà sotto il segno delle fusioni bancarie. E ovviamente quali titoli caldi da monitorare in Borsa più da vicino, onde cogliere, laddove se ne ravvisassero le condizioni, possibili occasioni di guadagni.
In un articolo precedente abbiamo già elencato i titoli bancari quotati in Borsa e potenzialmente oggetto di risiko bancario.