I veri motivi della crisi di Governo

Governo

Mentre gli italiani sono alle prese con le regole di contenimento, sempre  più cangianti e con i problemi economici derivanti dalla crisi, sul Governo si è abbattuto un fulmine. Perchè, ad un tratto, l’Esecutivo sia stato messo in bilico, è qualcosa che sfugge alla comprensione delle persone, impegnate a combattete contro i problemi quotidiani. Gli italiani, quindi, pensano che il tutto sia riconducile ad un gioco di poteri. Rispetto al quale nessuno, neppure in un periodo di crisi, fa un passo indietro. Ma, cerchiamo di capire, in maniera semplicistica, cosa è accaduto e quali sono i veri motivi della crisi di Governo. Quest’ultima, si è aperta con le con le dimissioni delle due ministre  di Italia Viva, Teresa Bellanova e Paola Bonetti e del sottosegretario, Ivan Scalfarotto. Tra i motivi addotti dai ribelli, vi è il rimprovero per non aver usato i soldi del MES.

I soldi del MES  e del Recovery Plan

Come sappiamo, il MES, Meccanismo europeo di stabilità, è un complesso strumento attraverso cui l’Europa può concedere prestiti agli Stati membri. Esso, in considerazione della crisi ed in seguito alle polemiche sulla sua gravosità, è stato munito di procedure più semplificate e meno onerose, per i richiedenti. Tuttavia resta il fatto che, quando si ottiene detto prestito, si firma un memorandum che prevede precisi impegni, in particolare sul fronte dei parametri di bilancio. Senonchè, l’Italia potrebbe chiedere 39 miliardi di euro, attraverso detto meccanismo di prestito. A fronte di ciò, però, il Governo ha approvato, nei giorni scorsi, il Recovery Plan, cioè un piano che prevede l’utilizzo di ben 209 miliardi (derivanti da Next Generation EU).

Quindi, come giustamente ha rilevato il Presidente del Consiglio, è del tutto privo di senso discutere di 39 miliardi quando ce ne sono 209 che ancora da iniziare a spendere. A ben vendere, inoltre, la questione diviene ancor più pretestuosa se si pensa che il Recovery Plan vale più di 209 miliardi, in quanto agli stessi, sono stati aggiunti altri miliardi sfruttando fondi europei. Sicchè, la cifra finale è arrivata ad essere 222 miliardi circa, da investire per fronteggiare la crisi e far ripartire l’economia.

Quindi, si capisce che la polemica sui soldi del MES, relativa al prestito di 39 miliardi, è del tutto inaccettabile.

Tanto più che, mentre i soldi del MES implicano più oneri e più vincoli, quelli del Recovery sono in parte a fondo perduto (81,4 miliardi) e in parte in forma di prestito (127) ma senza alcuna condizione sul fronte del bilancio. Infine, è bene sottolineare che l’Italia è il paese che ha ottenuto più risorse in ambito europeo. Inoltre, se dagli iniziali circa 172,2 miliardi, previsti dalla Commissione, è arrivata ad ottenerne 209, questo è certamente merito di come il Governo ha gestito le trattative in ambito europeo.

Quindi, in un modo o nell’altro, il Governo ha ottenuto più soldi possibili, andando oltre ogni aspettativa, fino ad arrivare, addirittura, a recuperare anche i soldi del fantomatico MES. Il tutto, aggiungendo ai 209 altri 13 miliardi, a mezzo dell’utilizzo di altri fondi Ue.

Veri motivi della crisi di Governo

Ma, allora, si ci chiede: “quali sono i veri motivi della crisi di Governo?”. In un’analisi semplicistica e senza eccessivi sofismi, evidentemente, la tesi dei giochi di potere è quella più accreditabile. Quindi, cosa è andato storto? Evidentemente, l’eccessivo potere esercitato dal Premier, mediante il ricorso frequente allo strumento dei DPCM, con relativo scarso coinvolgimento del Parlamento. Però, essi sono stati utilizzati a ragion veduta, cioè per effettive ragioni di necessità e urgenza, quali il far entrare in vigore velocemente le regole anti Covid. Tuttavia, resta il fatto che gli altri partiti alleati volevano incidere di più sulle decisioni. Infatti, Renzi aveva posto, tra le sue condizioni, la rinuncia da parte del Premier alla delega all’agricoltura.

Inoltre, si era più volte richiesta una diversa composizione di Governo ed una riassegnazione dei ruoli. Insomma, chi non ha avuto abbastanza potere, non ci sta più e invoca il cd. “rimpasto”. Ma, insomma, questo miscuglio politico non si poteva fare in un altro momento? Eh no. I soldi da gestire sono tanti e quindi avere il compito di maneggiarli implica altrettanto potere da esercitare.