Quali sono i titoli azionari industriali più convenienti per non comprarli?
L’industria è stata il fattore che ha fatto fare il salto di qualità all’umanità. Prima della Prima Rivoluzione Industriale, la società infatti era eminentemente agricola. La Rivoluzione Industriale fu invece un processo di evoluzione economica e industrializzazione. Da sistema agricolo-artigianale-commerciale divenne un sistema industriale moderno. Si caratterizzò per l’uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (i combustibili fossili). Il tutto fu favorito da una forte componente di innovazione tecnologica, e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socio-culturali e politiche. Senza industria, in poche parole, non saremmo dove siamo. Non ci sarebbero treni, aerei, macchine. Oppure non ci sarebbero telefoni e computer. Non ci sarebbe l’elettricità, la vera protagonista del salto tecnologico dell’umanità. Senza tutto questo saremmo ancora (o di nuovo) nei Secoli Bui.
Borse e società industriali
Si capisce quindi l’importanza delle società industriali, ad ogni livello, e perché le Borse valori di tutto il mondo ne abbiamo, da sempre, annoverate molte. Anzi, si può ben dire che siano nate proprio per dare un valore (crescente) proprio ad esse. Ancora oggi, nonostante le società industriali in senso “classico” siano in diminuzione, ci sono nuove industrie che nascono. Industrie che si possono appoggiare al know-how ormai plurisecolare (le origini dell’industria sono del 1760 in Inghilterra) dello sviluppo industriale. La tecnologia, onnipresente e pervasiva nella nostra vita con gadget di ogni tipo, è uno di questi esempi.
I titoli azionari industriali più convenienti per non comprarli
In Borsa, come detto, esistono molti titoli azionari di industrie diverse. Anzi, a ben vedere, tutto ciò che non è finanziario od assicurativo è in qualche modo industriale. Come per i titoli industriali, i criteri di valutazione di analisi fondamentale sono gli stessi, già ricordati nell’articolo in cui parlavamo delle banche. Rivediamoli un attimo approfondendoli. Il rapporto prezzo/utile indica quanto viene valutato dal mercato l’utile di una società.
Questo multiplo esprime il tempo necessario perché la somma investita ritorni sotto forma di utile nelle tasche degli investitori. Il rapporto prezzo/cash flow indica quanto viene valutato dal mercato il flusso di cassa di una società. Esprime quindi il tempo necessario perché la somma investita ritorni sotto forma di flusso di cassa nelle tasche degli investitori. Il rapporto prezzo/valore è il rapporto tra il prezzo di Borsa di un’azione e il cosiddetto valore di libro della società, ottenuto sommando capitale sociale, riserve iscritte a bilancio e utili conseguiti, ma non distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi.
Cosa dicono gli indicatori?
Questi ed altri indicatori di analisi fondamentali contribuiscono a determinare il fair value, o valore, atteso di un’azione. Se i dati ottenuti sono inferiori al prezzo attuale, un titolo azionario è sottovalutato. Viceversa se sono sopra. Quindi, veniamo a noi.
Ecco i titoli azionari industriali troppo convenienti per non comprarli. Nel settore della distribuzione, Ahold Dalhaize. Invece, nel settore healthcare, Novartis e Sanofi (quest’ultimo già suggerito come protagonista nella lotta al Coronavirus). Nel settore energetico, Chevron, Engie e Repsol. Nel settore chimico, Umicore. In quello siderurgico, ArcelorMittal, ben conosciuto da noi. Nel settore immobiliare, Atenor, mentre in quello delle comunicazioni risultano conveniente, agli attuali prezzi, AT&T, Telefònica, Telefònica Brasil e Vodafone.