I piani del Governo per la Riforma dell’IRPEF metteranno a rischio le nostre tasche? Il Governo sta avviando i lavori per il taglio delle tasse. Ovviamente il tutto avverrà nella legge di bilancio 2021. Quali sono le ipotesi al vaglio? Aliquote rimodulate e scaglioni ridotti. Non c’è molta fantasia. L’obiettivo, d’altronde, è sempre il solito. Favorire i redditi medio-bassi. Bisogna solo vedere se stavolta ci si riuscirà.
Però, a differenza di molte altre volte, stavolta pare davvero quella buona. D’altronde abbiamo una spada di Damocle non da poco sulla testa. Il Recovery Fund. Perché i famosi 209 miliardi che dovrebbero arrivare all’Italia (che in realtà sono molti meno) sono subordinati ad una serie di cose. Tra queste, la presentazione di piani seri per le infrastrutture. Non una lista della spesa. Ma un vero e proprio vademecum di PIL creato nel tempo grazie alle nuove opere. E, inoltre, le riforme ormai non più rimandabili. Tra cui giustizia, pensioni, fisco.
L’obiettivo dichiarato del Governo è di avviare la riforma dell’IRPEF. Cambiando la pressione fiscale, ridistribuendola. Come detto, per favorire i redditi medio-bassi. Il problema sono le coperture, come sempre. Servono almeno 10 miliardi di euro. Il compito appare improbo. Soprattutto perché il Commissario Europeo Gentiloni ha già avvertito che i soldi del Recovery Fund non potranno essere usati per ridurre le tasse. Pena la cessazione dell’erogazione, in un qualunque momento.
I piani del Governo per la Riforma dell’IRPEF metteranno a rischio le nostre tasche?
Cosa prova a fare il Governo con la riduzione delle tasse? Innanzitutto accorpare le aliquote. Riducendole da 5 a 4. E poi successivamente a 3. Far utilizzare massicciamente l’assegno per il figlio unico. Dare un taglio deciso alla selva delle detrazioni. Semplificare le norme fiscali. Riformare tutto quanto il regime delle partite IVA. Come dicevamo prima, un compito improbo e titanico. Su cosa si conta per reperire le risorse? Riduzione delle spese fiscali e lotta all’evasione. Di cui abbiamo parlato a lungo su queste pagine. Anche di recente.
Sapete quanto valgono gli sconti fiscali attualmente in atto? 62,5 miliardi. Recuperarne anche il 10% aiuterebbe parecchio. Si punta anche a capitalizzare fatture e scontrini elettronici. E a favorire ulteriormente l’utilizzo di carte e bancomat per dare un altro colpo al contante. Riguardo le spese fiscali, si va su un terreno minato. Le proteste politiche di certe aree sono sicuramente pronte a scatenarsi. Considerando inamovibili li sgravi per spese sanitarie, pensioni e case, su cosa credete che andremo? Se non ci pensate, ve lo diciamo noi. I sussidi dannosi per l’ambiente. Che ad oggi sono ben 19 miliardi.
Il modello tedesco
Non è un segreto che il ministro Gualtieri guardi da tempo alla Germania come modello. Sempre troppo tardi, ci verrebbe da dire. Visto il successo dei nostri cugini teutonici forse ci si poteva pensare qualche decennio fa, no? Ma il bizantinismo italiano non ama la semplicità germanica. Quindi non è affatto probabile che la riforma ricalchi quella tedesca. Qualcuno, però, dovrebbe dire ai nostri politici che copiare Berlino serve innanzitutto a farsi dire sì. Fare i presuntuosi di fronte alla Germania in Europa non conviene. Né ora, né mai.