I pacchi di Natale avranno un valore aggiunto se pensati in questo modo, perché non è tutto oro quello che luccica

regalo Natale

Il periodo tra Natale e la Befana è periodo di doni e di scambi. Regaleremo “a mani aperte” per rendere omaggio alle persone che riceveranno i nostri regali. Potrebbe essere la solita pianta di Natale o una pianta originalissima e d’impatto, oppure una ricercata pietra preziosa o ancora un orologio da indossare secondo le ultime tendenze. Potrebbero essere oggetti d’ogni uso e consumo, giochi, hi-tech e chi più ne ha più ne metta, tutti da riporre rigorosamente sotto l’albero di Natale (o nella calza, a seconda dell’usanza).

Altri regali invece potrebbero essere immateriali, per esempio abbonamenti, viaggi, un abbraccio, difficili da incartare e addobbare. Per tutti gli altri, ci sarà una scintillante, colorata carta da regalo, oro luccicante, col fiocco a  pendere, argentato con glissé, a mantenere il gusto della sorpresa, l’incanto dell’incognito. Qualcuno potrebbe optare anche con un’anomina carta regalo, marrone con filo di spago a trattenere il pacchetto, per sensibilità ambientalista o gusto personale.

Nella maggior parte dei casi, quella enorme quantità di involucri finirà nella spazzatura. Nel migliore dei casi finirà nel contenitore del riciclo della carta. Potrebbe però essere il contenitore sbagliato. L’alternativa potrebbe essere il ri-uso, così come avevamo suggerito di fare per le scatole di scarpe. Quindi, i pacchi di Natale avranno un valore aggiunto se pensati in questo modo, perché non è tutto oro quello che luccica.

La gratificazione sta nel pacco

Nel 1992 il professor Daniel Howard della Southern Methodist University di Dallas aveva fatto questo semplice esperimento. Aveva regalato ai suoi studenti un coprisellino per la bicicletta. Ad alcuni lo aveva donato incartato e impacchettato; altri lo avevano ricevuto senza alcun involucro. Gli studenti che avevano avuto modo di scartare il loro regalo avevano dato un punteggio di approvazione più alto rispetto al secondo gruppo.

È quello che prende il nome di sistema di ricompensa  e che è mediato dalla dopamina. L’emozione che conosciamo come anticipazione può effettivamente farci sentire piacevolmente elettrizzati (salvo poi rimanere eventualmente delusi dal contenuto). A dire che la gratificazione sta nell’involucro più che nel regalo.

I pacchi di Natale avranno un valore aggiunto se pensati in questo modo, perché non è tutto oro quello che luccica

La carta si ricicla, si dice. Carta però è un termine generico che racchiude una miridiade di oggetti e di materiali, non necessariamente legati a quel che comunemente indichiamo come carta. La carta di credito è plasticata. Lo stesso vale per le carte da gioco che utilizzeremo durante le feste. La carta di imballaggio, con i suoi rivestimenti, i fogli plasticati, non sempre è riciclabile.

Per decidere se sia riciclabile o da buttare direttamente nell’indifferenziata possiamo provare ad arrotolarla. Se rimane a forma di palla, allora possiamo buttarla nel bidone della carta. Se cerca di tornare nella forma originale, sarà da buttare direttamente nel sacco nero.

Scegliere il bidone giusto è essenziale per il riciclo. Pensare che qualcun altro lo faccia per noi a un certo punto della catena è semplicemente sbagliato.

Le alternative agli involucri sono limitate solo dalla nostra fantasia. Possiamo utilizzare vecchi giornali, vecchie scatole, sacchi di tela o retine degli alimenti. Meglio ancora, potremmo iniziare a eliminare tutti gli involucri non necessari, a partire dall’involucro dei regali di Natale. Sarebbe un primo passo per un Natale green.