Con lo smart working non tutto oro è quello che luccica. I lavoratori sanno che sono soggetti a meno controlli da parte dei datori di lavoro di proseguire con la modalità agile comporta altri problemi. Gli under 30 sono i primi ad essere preoccupati. Infatti i nativi digitali hanno seri dubbi su aspirazioni e avanzamenti di carriera. Censuswide ha fatto una indagine per conto di Sharp, su oltre 6.000 impiegati di piccole e medie imprese di otto Paesi europei. La pandemia del coronavirus ha impattato terribilmente sulle esigenze dei lavoratori e le loro aspettative sul lavoro del futuro.
Gli under 30 hanno paura
Gli under 30, come detto, tremano maggiormente perché ipotizzano un rischio concreto di stop alla loro crescita professionale. Vediamo nello specifico cosa hanno risposto questa platea di intervistati. Gli under 30 vogliono fare carriera e avere la garanzia di un lavoro sicuro.
Alla luce del contesto storico attuale, i nativi digitali vedono di buon occhio il lavoro da remoto perché consente migliore produttività e più tempo da dedicare alla sfera privata. Rovescio della medaglia: lavorare fuori dall’ufficio rende più difficile restare informati su quanto accade in azienda. Intanto però, dal punto di vista motivazionale, lavorare lontano dalla scrivania comporta un evidente calo di concentrazione.
Il lavoro del futuro in Italia
Gli intervistati pongono in cima alle priorità la continuità lavorativa seguita dalla possibilità di usufruire di strumenti tecnologici adeguati per lavorare in smart working. Inoltre il dipendente dovendo giudicare il comportamento del proprio datore di lavoro, dà maggior importanza alla sfera comportamentale rispetto alla gratificazione dello stipendio. Il dipendente vuole essere coccolato dal datore di lavoro. Infatti, riguardo a questo ultimo aspetto, gli intervistati ritengono che il benessere dipenda dalla possibilità di avere orari flessibili oltre che dalla formazione on line/workshop. Infine contano i benefit e vantaggi finanziari.
Il lavoro del futuro
Su un aspetto i lavoratori intervistati non hanno dubbi: per il futuro ci vuole la giusta dose di ore trascorse in ufficio e da remoto. Solo una piccola fetta indica un esclusivo lavoro agile. Ma di come si svolgerà il lavoro in futuro interessa ben poco. In questo momento i nativi digitali hanno seri dubbi su aspirazioni e avanzamenti di carriera.