FRANCOFORTE (Reuters) – I membri del board Bce sono divisi su quando la banca centrale alzerà i tassi nel corso dell’anno prossimo, tra chi vede un intervento possibile già a luglio del 2019 e chi esclude ogni mossa prima dell’autunno, in base a quanto riferiscono diverse fonti.
Al termine del meeting del mese scorso la Bce ha affermato di prevedere tassi agli attuali livelli, con l’ormai nota espressione, “through the summer” del 2019, sufficientemente vaga per lasciare aperto il dibattito sul suo esatto significato.
Gli investitori hanno in gran parte interpretato tale espressione nel senso che un rialzo non ci sarà prima di ottobre o anche dicembre dell’anno prossimo, ma diversi esponenti del board della Bce, che hanno parlato con Reuters sotto condizione di anonimato, hanno dato una lettura diversa.
Per alcuni l’espressione esclude esplicitamente ogni intervento prima che l’estate sia conclusa, ovvero non prima del 21 settembre. “È la sola interpretazione possibile” afferma una delle fonti, suggerendo quindi il meeting del 24 ottobre 2019 come prima opportunità utile.
Secondo altri tuttavia l’espressione non esclude la possibilità di un intervento sui tassi già nel meeting del 25 luglio, qualora l’andamento dell’inflazione lo richiedesse. “Non ci si può legare le mani per più di un anno” osserva un’altra fonte.
Una terza fonte spiega che la Bce potrebbe rendere più preciso il proprio messaggio man mano che ci si avvicina al periodo indicato, in relazione agli sviluppi dell’economia.
Tutte le fonti interpellate hanno comunque sottolineato che non c’stato un dibattito sul significato preciso di tale guidance, cosa che potrebbe giustificare le diverse interpretazioni.
Alcuni hanno, inoltre, espresso disappunto per un messaggio eccessivamente espansivo da parte del presidente Mario Draghi, che ha causato uno slittamento in avanti delle aspettative su un rialzo fino addirittura a dicembre 2019, troppo tardi secondo i ‘falchi’ all’interno della Bce; d’altra parte lo stesso Draghi non ha mancato di mettere in guardia contro i rischi che gravano sulla congiuntura mondiale, a partire dall’inasprimento delle politiche protezionistiche.
La Bce non ha commentato.