I medici morti arrivano a quota 103 per l’ emergenza coronavirus

I medici morti arrivano a quota 103 per l' emergenza coronavirus

Naturalmente, sembrerebbe, a prima vista, che sia discriminatorio parlare solo dei medici. Morte, sono migliaia di persone, cadute nell’adempimento dei propri doveri ma anche nell’esercizio del proprio diritto al lavoro. Di non tutte le categorie si posseggono i numeri precisi ma naturalmente la menzione ai medici e’ simbolica, dimostrativa. Se solo i medici morti arrivano a quota 103, quanti saranno quelli appartenenti al personale infermieristico, in generale a quello di assistenza sanitaria, alla protezione civile, alle scorte?

Si tratta di persone che, certamente, avevano uno scopo: combattere il nemico invisibile. Ma evidentemente, ad un certo punto, in mezzo a tanta miseria e sofferenza, per loro lo scopo e’ diventato: salvare piu’ persone possibili. In questa lotta quotidiana ed incessante, ci sara’ stato un momento in cui avranno pensato un po’ piu’ agli altri e un po’ meno a se’ stessi ed e’ stato proprio quando hanno abbassato la guardia che il nemico ha colpito.

La questione, cosi’, banalmente posta, induce a porci degli interrogativi. Se consultiamo i siti web, cio’ che si riscontra e’ la necessita’ di farci conoscere i nomi di questi medici. Si tratta di un elenco triste,  di una menzione fredda, senza identita’. Ricorderemo forse il nome di “Mario Rossi”, nell’elenco sapientemente riportato negli unici servizi informativi sul punto? E’ abbastanza spersonalizzante, direi… E’ opportuno, invece, che questi nomi assumano sembianze e identita’! Come? Basterebbe che ci dicessero chi erano questi medici e come sono caduti. Sarebbe gia’ qualcosa in piu’. Si, perche’ loro, a differenza di molti altri, non hanno usato espedienti per sfuggire al dovere, mandando certificati medici, enfatizzando un problema psicologico che, casomai, hanno sempre avuto o facendo in modo di scomparire, all’occorrenza. Hanno deciso di andare in guerra e, non solo. Hanno dato di piu’.

Perche’ sono morti?

Insomma, si penserebbe che coloro che sono stati a contatto con i malati di coronavirus fossero muniti di tutte le protezioni del caso, mascherine, guanti, tute ecc. Quindi, come avrebbero contratto il virus? Sul punto, non molta chiarezza e non molte informazioni. Qualcuno afferma che in una situazione di carenza di medici che, chissa’ come, correndo uno qua e uno la’, si sono ridotti del 90%, costoro procedevano, talvolta, senza le necessarie tutele. Insomma, per andare dietro ai morti e ai bisognosi, dopo ore e ore senza sosta, abbassavano la guardia.

E dove sarebbero tutti quegli altri milioni di medici che quando ci presentiamo alla cassa ci spillano soldi e sangue, senza una ricevuta, facendo processioni di 100 visite al giorno per riempirsi le tasche? Insomma, in periodo di coronavirus vi e’ stata una “moria di vacche” e coloro che prima si pregiavano del titolo di dottori, lo hanno fatto prontamente decadere in occasione dell’emergenza sanitaria.

I medici morti arrivano a quota 103

Quindi, alla domanda: perche’ I medici veri sono morti, ci rispondiamo da soli. Non hanno avuto il sostegno dei colleghi che si fanno chiamare medici solo quando devono speculare sulla vita delle persone. Non sono stati abbastanza tutelati dallo Stato, che doveva mettersi in prima linea per salvaguardare il diritto di chi era in prima linea. Insomma, a questi medici sono mancate mascherine, tute impermeabili, strumenti essenziali anche solo per entrare in ospedale in corso di epidemia. Invece, carenza di tutto, ossia di beni basilari come gli strumenti di protezione e carenza di solidarieta’ da parte di coloro che si fanno chiamare medici ma medici non sono. E lo Stato! Due volte responsabile: doveva disporre il reclutamento obbligatorio di tutti i medici presenti in Italia! Solo gli inidonei sarebbero dovuti rimanere a casa.