I giudizi delle Agenzie di Rating corrispondono alla realtà? Meglio la curva dei rendimenti!

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A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

E’ di queste ore un acceso dibattito, a seguito del giudizio dell’agenzia di rating Fitch, che ha declassato l’outlook del nostro paese, portandolo a negativo.

Ma cosa c’è di vero in questi giudizi delle agenzie?

Come vengono adottati e, soprattutto, quanto sono attendibili?

Qualcuno ricorderà, probabilmente, i consigli dati a suo tempo sugli acquisti di obbligazioni Lehman Brothers da parte di agenzie di rating.

Anzi, in quel periodo erano usciti, proprio poco prima del fallimento, alcuni opuscoli bancari che consigliavano una serie di titoli obbligazionari, essenzialmente sulla base del rating emesso da alcune agenzie.

Tra i titoli consigliati, le Lehman Brothers.

Ebbene, passò poco tempo, e Lehman Brothers fallì.

A quanto pare, un giudizio tutt’altro che infallibile, a tal punto che ne nacquero anche azioni giudiziarie nei confronti di chi aveva emesso rating positivo.

Forse la memoria è corta, troppo corta, ma ancora oggi, purtroppo, molti si affidano alla valutazione di questi istituti.

Ma come fanno questi istituti ad emettere i loro famosi, e spesso infondati, giudizi?

Ebbene, si tratta sostanzialmente di una valutazione di tipo discrezionale.

Considerando, ad esempio, proprio il recente giudizio di Fitch, tra i fattori presi in considerazione le prospettive sulla stabilità politica del paese.

Ma proviamo, sulla base di questo elemento, prescindendo dalle nostre opinioni politiche, a valutare se i ragionamenti di questo tipo siano effettivamente fondati o meno.

Un ragionamento di questo tipo potrebbe, ad esempio, considerare che le recenti incriminazioni nei confronti del ministro Salvini potrebbero mettere a repentaglio la tenuta dell’esecutivo.

Ed anzi, probabilmente sono state proprio tali circostanze a far ritenere più instabile il quadro politico.

A tale riguardo va però osservato che,a parte il fatto che talora la caduta di un esecutivo, soprattutto se poco gradito ai mercati, è stato elemento catalizzatore della fiducia dei mercati, piuttosto che il contrario, comunque in una visione di questo tipo c’è molto di infondato.

Intanto perché per poter procedere, come forse le agenzie non sanno, occorre l’autorizzazione del parlamento, e non basta l’iscrizione nel registro degli indagati.

E quasi sempre questo tipo di autorizzazione dipende da considerazioni più politiche, che giuridiche.

Pertanto, a fronte di una determinata maggioranza politica, il politico di turno spesso viene messo al riparo da qualsiasi accusa dei PM.

Inoltre, anche nel caso venisse concessa l’autorizzazione, nel merito probabilmente Salvini uscirebbe prosciolto.

Occorre infatti dire, anche a prescindere dalla scarsa preparazione che i PM italiani spesso presentano in determinati settori del nostro ordinamento giuridico, come il diritto marittimo, che nel merito delle accuse, andrebbe anche considerata la cosiddetta circostanza scriminante dell’esercizio di un diritto/facoltà legittima.

E in materia, infatti, di diritto della navigazione, occorrerebbe ricordare che proprio l’esecutivo, in caso di sospetto di violazione delle norme sull’immigrazione, ha il potere di interdire l’accesso ai porti anche alle imbarcazioni che sono intervenute per un salvataggio in mare.

Credo che i legali di Salvini abbiano ben presente tale circostanza e ne farebbero probabilmente oggetto di alcune memorie difensive, che per consuetudine possono anche raggiungere alcune centinaia di pagine, in questo tipo di processo.

In ogni caso, si tratterebbe di un processo destinato a durare anni, e non pare proprio che nel frattempo Salvini abbia intenzione di dimettersi, né che tali dimissioni vengano richiesta dall’alleato pentastellato, ben conscio che, in tal caso, probabilmente cadrebbe l’intero esecutivo.

Altro terreno di confronto tra realtà effettiva ed opinione di un’agenzia è ovviamente quello economico.

Ma, guarda caso, già Di Maio ha annunciato che il famoso reddito di cittadinanza è quanto meno rinviato al 2019.

Come mai?

Segno, evidentemente, che sta prendendo piede la linea di Tria, decisamente più attenta agli equilibri finanziari.

Certo, nel momento in cui scrivo s’è aperto un gap ribassista sul btp future, ma occorre considerare se si tratta di occasione d’acquisto o meno.

A tale riguardo, quel che conta è l’opinione più dei mercati, che delle agenzie, e questo rinvia, come ormai sanno coloro che mi seguono da tempo, ancora una volta alla curva dei rendimenti.

Quando i mercati temono veramente un default, o comunque serie difficoltà nella tenuta del debito pubblico, esprimono una curva dei rendimenti negativa.

Nel caso italiano, abbiamo solo una traslazione della curva verso l’alto, cioè un incremento del rendimento, ma a fronte di una curva rialzista.

Siamo solo in presenza di una leggera diminuzione di tale pendenza che, ammesso che continui allo stesso ritmo, porterebbe ad una curva piatta solo tra circa 7 anni sul tratto più significativo, quello ricompreso tra 2 e 10 anni.

Consideriamo che la curva USA potrebbe divenire piatta sullo stesso tratto nell’arco di alcuni mesi!

Ed oggi, chissà, il btp potrebbe, se continua la dinamica intrapresa questa mattina, andare a formare anche un doppio minimo di medio sul time multidaily.

Segno ulteriore che, probabilmente, i mercati ci azzeccano meglio e con più acume di tante agenzie di rating.