I controlli del Fisco sui libretti postali. Chi custodisce i propri risparmi alle Poste deve sapere che il Fisco effettua controlli non solo sui conti correnti, ma anche sui libretti postali. Il contribuente che utilizza il libretto di risparmio anche solo come casetta di sicurezza non sfugge certo alle ispezioni dell’Agenzia delle Entrate. Soprattutto se si effettuano operazioni di prelievo molto di rado potrebbe nascere il sospetto che si percepiscano contanti in nero per provvedere al proprio mantenimento. Si raccomanda quindi di prestare attenzione anche al modo in cui si è abituati ad accumulare liquidità sui libretti postali.
In un precedente articolo abbiamo fornito risposte ai lettori che si chiedono “Quanto soldi si possono prelevare al giorno dal libretto postale?”. Ciò perché l’Agenzia delle Entrate monitora ormai tutte le operazioni bancarie e postali e anche per semplice ingenuità si potrebbe diventare bersaglio di accertamenti. Vediamo dunque quali sono i controlli del Fisco sui libretti postali e come fare per non restare intrappolati negli ingranaggi delle verifiche fiscali.
I controlli del Fisco sui libretti postali
Possono dormire sonni tranquilli i titolari di libretti postali che hanno versato più di 5000 euro prima che diventasse attuativo il Decreto legislativo n. 201/2011. Così come i contribuenti che presentavano una differenza del 20% fra l’ammontare dei redditi che hanno dichiarato e quelli che hanno effettivamente percepito. Ciò perché il deposito delle somme è avvenuto prima del 2019, prima cioè che il Fisco ricorresse al risparmiometro per combattere l’evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate effettuerà ispezioni e procederà con accertamenti fiscali solo nel caso di contribuenti che si suppone siano implicati nel riciclaggio di denaro sporco.
Il risparmiatore che invece attualmente versa somme di denaro superiori a quelle che presenta nella dichiarazione dei redditi dovrà temere i controlli della superanagrafe. Si tratta di controlli incrociati che scattano quando il titolare del libretto si limita a versare e non preleva se non assai di rado. Si rafforzacosì il sospetto di possedere soldi in nero che non confluiscono nella dichiarazione reddituale e che il contribuente nasconde con pagamenti in contanti.