Quando scattano i controlli fiscali sul conto corrente del risparmiatore o sui proprio beni? In quali casi ci si espone al rischio e si incorre in possibili sanzioni per violazione delle norme? Queste sono domande frequenti che molti contribuenti si pongono quando non sanno bene se stanno agendo in conformità a quanto prevede la Legge o meno. Per sciogliere alcuni dubbi, allora, vediamo di seguito i 3 casi in cui l’Agenzia delle Entrate avvia controlli fiscali a tappeto.
In tema di accertamenti fiscali, i nostri Tecnici di ProiezionidiBorsa aggiornano costantemente i propri Lettori per una offrire sempre un’accurata informazione. La domanda alla quale vogliamo rispondere oggi riguarda proprio le situazioni più frequenti in cui prendono avvio gli accertamenti da parte del Fisco. Ecco perché intendiamo illustrarvi i 3 casi in cui l’Agenzia delle Entrate avvia controlli fiscali a tappeto e come funziona l’iter consueto.
Nessuno aspira mai ad sentire il fiato del Fisco sul collo che controlla ogni movimento bancario ed ogni spesa del contribuente. Tuttavia, alcune situazioni si collocano nella sfera dell’inadempienza ed impongono delle verifiche più accurate. Ebbene, quando si verificano tali situazioni?
Ecco i 3 casi in cui scattano l’Agenzia delle Entrate avvia controlli fiscali a tappeto
Un primo dato che recepisce il Fisco e sul quale punta la propria lente di ingrandimento è certamente la dichiarazione dei redditi. L’eventuale presenza di irregolarità o di omissioni, fa automaticamente partire accertamenti di ordine superiore che, in alcuni casi, richiedono anche l’ausilio della Guardia di Finanza. A tal proposito, ricordiamo al Lettore che questo tipo di accertamento non si risolve nell’arco dell’anno successivo alla presentazione della dichiarazione. Al contrario, gli accertamenti possono andare anche diversi anni indietro in base a quale tipo di irregolarità si riscontra in dichiarazione.
Per sapere fino a quanti anni indietro possono spingersi tali controlli, è possibile consultare la tabella qui. Sono moltissime le possibili incongruenze che gli strumenti di verifica dell’Agenzia delle Entrate rilevano sulla dichiarazione dei redditi del contribuente. Alcuni dati sono facilmente rilevabili altri, invece, richiedono più tempo. In linea generale, possiamo dire che le tipologie di controlli si dividono in due famiglie: quelli formali e quelli sostanziali.
Come funziona per spese ed versamenti sul conto corrente
Il secondo caso che potrebbe far scattare un accertamento da parte del Fisco riguarda i versamenti che il contribuente opera sul proprio conto corrente. Secondo quanto indicano gli articoli n. 51 del DPR 633/1972 e 32 del DPR 600/1973, uno degli strumenti che il Fisco utilizza è il Risparmiometro. In questo caso, il versamento di contanti in eccesso potrebbe prestare il fianco all’ipotesi di guadagni non dichiarati o simili. In questi casi, fate molta attenzione perché vale la presunzione a favore del Fisco. Che significa? Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate rilevi una irregolarità, sarà compito del contribuente dimostrare la prova contraria.
Nel terzo de i 3 casi in cui l’Agenzia delle Entrate avvia controlli fiscali a tappeto, rientrano le spese che il contribuente sostiene. Questo situazione è strettamente connessa con la seconda appena descritta. Anche qui entra in gioco lo strumento del Risparmiometro e quello del Redditometro che, se rilevano irregolarità, registrano tutto. In questi caso, scatta il cosiddetto accertamento sintetico per apprezzare il reddito presunto dal contribuente in ragione delle sue spese. Ecco, dunque, le principali occasioni in cui si pongono in essere le verifiche fiscali dell’Agenzia delle Entrate.