Analizziamo grazie alla consulenza degli Esperti di Redazione i 3 casi in cui è possibile andare in pensione con 15 anni di contributi INPS. Non tutti i lavoratori infatti posseggono un’importante anzianità contributiva e ciò per diversi motivi. Alcuni contribuenti hanno iniziato in ritardo la propria carriera professionale, altri non hanno avuto contratti regolari. A questi si devono aggiungere anche i lavoratori che subiscono interruzioni di carriera o lunghi periodi di disoccupazione. Diventa molto difficile e spesso impossibile approdare alla pensione di vecchiaia con un montante contributivo di un certo rilievo.
Esistono tuttavia diverse strategie cui il lavoratore può ricorrere per estendere ulteriormente la propria storia contributiva. Nell’articolo “A chi spettano 2 anni di contributi INPS gratis?” la Redazione fornisce indicazioni sul riconoscimento di 24 mesi di contribuzione. Chi non può avvalersi di tale beneficio può procedere con il versamento volontario dei contributi il cui costo cambia in riferimento ad alcune condizioni. Per i lavoratori che potranno accedere alla pensione di vecchiaia nel 2021 non sono cambiati requisiti e termini. Il che equivale a dire che per ricevere l’assegno pensionistico occorre aver compiuto 67 anni e possedere almeno 20 anni di contributi. E pur tuttavia grazie alla consulenza dei nostri Esperti in materia previdenziale valuteremo i 3 casi in cui è possibile andare in pensione con 15 anni di contributi INPS.
I 3 casi in cui è possibile andare in pensione con 15 anni di contributi INPS
L’approvazione della Legge n. 503/1992 apporta importanti modifiche ai requisiti contributi necessari per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Ci riferiamo nello specifico a quelle che i contribuenti conoscono come deroghe Amato e che consentono di ricevere il rateo con 15 anni di contribuzione. Il primo caso precede il possesso di 15 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 1992. Ai fini del calcolo pensionistico il lavoratore può far valere il versamento di contributi di varia natura, cioè figurativi, volontari e da riscatto.
Il secondo caso in cui risultano sufficienti 15 anni di contributi riguarda i lavoratori cui l’INPS ha autorizzato il versamento di contributi volontari. Tuttavia il versamento della contribuzione dovrà risalire ad un periodo comunque e sempre antecedente al 31 dicembre 1992. Ed infine la terza circostanza che concede il pensionamento di vecchiaia con 15 anni di contributi riguarda i lavoratori con una più lunga storia contributiva. In particolare matura il diritto alla pensione chi possiede 25 anni di contributi il cui pagamento risalga ad un periodo antecedente il raggiungimento dei requisiti. A ciò si aggiunga l’obbligo del versamento all’Ago o all’assicurazione generale obbligatoria di almeno 15 di questi 25 anni di contribuzione.