Governo e prospettive politiche: cosa è successo?

ProiezionidiBorsa

Se si trattasse solo di gossip politico, lo troverei decisamente poco interessante. Ma comprendere cosa, ed ancor di più, perché stia succedendo quello che è per molti una sorpresa, consente di fare il punto anche sulle prospettive politiche e sui rapporti con l’Ue. Fatto sta che quando i media hanno reso noto il nome del possibile candidato alla guida del nuovo esecutivo, Giulio Sapelli, mi son detto subito che qualcosa non quadrava.

Ed immagino che molti abbiano pensato la stessa cosa, se ben conoscono Giulio Sapelli.

Ci sono nomi di economisti e managers italiani, probabilmente poco noti al grande pubblico, che però hanno contribuito alla storia dell’economia italiana, o quanto meno del suo pensiero economico.

In sintesi, docente universitario, già professore di Salvini, ma soprattutto avverso all’euro, quanto meno nella sua attuale formulazione, e forse anche di più ai 5 stelle.

Ma facciamo un po’ di chiarezza.

Si può dire che da sempre Sapelli, sia per quanto espresso nei suoi libri ed in numerosi interventi televisivi, sia per quanto detto durante le sue lezioni, abbia sostenuto le tesi che, più modestamente, il sottoscritto ha sostenuto già molto tempo fa anche su questo sito.

Difficilmente, per come era stata voluta e costruita, l’eurozona poteva funzionare in ugual modo per tutti i paesi membri, sopratutto con riferimento ai meccanismi di creazione della base monetaria ed alla perdita di competitività di alcuni paesi, in primis l’Italia, a tutto favore di paese come Germania e Francia.

Ma su questo punto mi fermo, perché il discorso porterebbe molto lontano.

Ma già da queste poche note si comprende come l’europeismo di un Mattarella mal si possa conciliare con le tesi di Sapelli.

Quanto ai 5 stelle, la tesi di Sapelli è nota, in primis proprio a loro: non si tratterebbe di un movimento nato per dar maggior voce ai cittadini, ma di un’invenzione israelo-statunitense, per destabilizzare l’Italia, ed avere in Europa un motivo in più per evitare una certa autonomia alla De Gaulle.

Rendere l’Italia più debole significherebbe, per Usa ed Israele, avere un paese necessariamente alleato anche in caso di tentativi autonomisti alla De Gaulle da parte di Francia e Germania.

Poi l’esperimento sarebbe sfuggito di mano.

Con queste premesse, era evidente un contrasto con la linea filoeuropea di Mattarella ed ancor più evidente il contrasto con i 5 stelle.

Poteva quindi Sapelli essere realmente speso come possibile candidato a palazzo Chigi?

In realtà il nome di Sapelli l’ha fatto la Lega, ed evidentemente è stato rispedito al mittente, da parte di Di Maio e di Mattarella.

Ma allora, perché proporre un tal candidato? Certo, Salvini ben conosceva certe contrapposizioni.

Ancora una volta la questione riconduce ai contenuti del programma di governo.

Come ricorderete, avevo evidenziato la necessità di trovare precise coperture agli impegni di spesa di un possibile esecutivo pentaleghista.

Evidentemente, non si è riusciti a trovarle, dal momento che tra le proposte avanzate è emersa anche quella di pagare pensioni e forse anche stipendi con minibot, che altro non sono che un titolo di stato.

In altri termini, questo significa rendersi conto che i programmi previsti possono essere coperti solo con ulteriori forme di indebitamento e che quindi le famigerate coperture in realtà non esistono.

Come andrà a finire?

Uno dei possibili esiti è la nomina di un tecnico o politico, quale premier, fedele però alla visione tradizionale dell’Ue, certo un antiSapelli, tanto per intenderci.

Il che rassicurerebbe mercati, Mattarella e forse anche i 5 stelle che, rispetto alla Lega, ultimamente paiono aver assunto un profilo maggiormente filoeuropeista ma anche filoatlantico, parendo confermare in tal modo anche la tesi di Sapelli.

Diversamente, ed io personalmente propendo per questa tesi, sortite come quella dei minibot evidenziano la difficoltà di rendere effettivi i futuri impegni di spesa, ed allora, come spesso succede, ecco la trovata di dare la colpa, ancora una volta, a veti incrociati, ormai quasi inevitabile capro espiatorio.

Invece di riconoscere che certi progetti sono più propaganda elettorale che altro, uno dei due leader propone chi, per opinioni e visioni economiche e politiche, parte da un vissuto di antagonista rispetto all’altro leader ed al suo movimento, oltre che antagonista rispetto alla posizione di Mattarella e lo fa, quindi, necessariamente bocciare, per poi accusare il leader avversario, Di Maio, di ulteriore protagonismo.

Il tutto per non ammettere l’impossibilità di adempiere agli impegni elettorali.

O forse, chissà, potrebbe persino essere una manovra concordata, quando i due si sono resi conto, come si sul dire, di aver fatto i conti senza l’oste, in questo caso rappresentato dai vincoli di bilancio.

Comunque in politica mai dire mai, ed ogni giorno può portare una nuova sorpresa.

Quel che è certo è che un Sapelli alla guida del nuovo esecutivo avrebbe quanto meno comportato, non dico l’uscita dall’euro, ma sicuramente una profonda rivisitazione dei rapporti con l’Ue e con gli attuali vincoli di bilancio, soprattutto nella consapevolezza che la sostenibilità dei conti pubblici poggia in primis sulla crescita economica.

Quanto all’ipotesi dei minibot, sarebbe stata una sorta di doppia circolazione monetaria, già pensata dal greco Varoufakis, prima alleato, poi antagonista di Tsipras.

E già le questioni greche dimostrarono, a suo tempo, che in politica a volte le strade solo apparentemente si uniscono, per poi invece dividersi.

Ma probabilmente sull’attuale stallo stanno pesando anche ulteriori punti programmatici non condivisi, e questo parrebbe il senso della battuta di Salvini sul non gradimento degli accordi un tanto al chilo.

Al momento, stando anche alla battuta di Giorgetti che l’accordo ci sarebbe….ma per andare alle elezioni, la prospettiva del governo giallo-verde (pare quasi di parlare del Brasile) pare esseri allontanata.

I prossimi giorni probabilmente ci diranno qualcosa di definitivo, ed a questo punto il termine ultimo per porre una parola definitiva su tutta la questione, parrebbe essere il fine settimana.

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