Gli studenti scendono ancora in piazza venerdì 18 per dire «no» all’alternanza scuola lavoro

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Ancora in piazza gli studenti in diverse città italiane. Dopo la giornata di manifestazione di inizio mese, la mobilitazione continua. Molti studenti in sostanza chiedono una riformulazione del sistema istruzione.

I motivi

Durante la prima manifestazione ad animare i giovani sono stati principalmente due motivi: la morte di Lorenzo Parelli, ragazzo di 18 anni venuto a mancare durante un incidente sul lavoro nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro; il diniego delle prove scritte previste per gli esami di maturità. Per venerdì 18 i ragazzi, per lo più frequentanti le scuole secondarie di II grado, chiedono maggiore attenzione da parte del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Quest’ultimo in verità ha chiarito che le due prove scritte sono una di carattere nazionale e una di indirizzo preparata dalla commissione che è composta da sei commissari interni e un Presidente esterno. Quindi essendo preparata dai docenti della scuola di riferimento certamente questi terranno conto del livello generale raggiunto calla classe.

La scelta è dettata anche dalla volontà del dicastero di voler ripristinare una certa normalità dopo mesi di didattica a distanza che ha interessato più che altro i primi mesi della pandemia. L’anno scolastico in corso (2021/2022 in particolare) è caratterizzato dall’impegno istituzionale di mantenere le attività in presenza.

Gli studenti scendono ancora in piazza venerdì 18 per dire «no» all’alternanza scuola lavoro

Anche la città di Napoli sarà per le strade il prossimo 18 febbraio. Infatti l’Unione degli Studenti partenopea che è un’Associazione «apartitica e indipendente», sulla pagina Facebook ha reso noto che il corteo studentesco partirà da Piazza Garibaldi alle 9.30. «Manifestiamo il nostro dissenso verso il sistema attuale scolastico».

Altra morte bianca

Intanto un’altra triste vicenda lascia attoniti. Un altro giovane, studente di 16 anni è morto durante un incidente stradale. Il ragazzo era impegnato in uno stage. E non è mancato il messaggio del Ministro Bianchi che, attraverso le maggiori agenzie di stampa, ha dichiarato quanto sia importante garantire la sicurezza sul lavoro. Nel dettaglio pare sia stato avviato un confronto con il Ministero del Lavoro e le Regioni. Lo scopo sarebbe individuare percorsi in grado di garantire maggiore sicurezza sul lavoro. E alla popolazione che scenderà in strada il prossimo venerdì non sta bene il percorso di alternanza scuola – lavoro. Infatti questo è uno dei motivi che porterebbero alla contestazione.

I rischi

Come spesso capita, il rischio nascosto può riguardare la partecipazione ai cortei di persone che colgono l’occasione per l’unico scopo di attivare tafferugli. Questo al di là del diritto di manifestare in modo civile. L’auspicio è che non sia così e che gli studenti scendono ancora in piazza nella data di venerdì 18 per dire «no» all’alternanza scuola lavoro, rivedere le modalità previste di svolgimento degli esami di maturità e in generale per chiedere una riorganizzazione del sistema scuola.