La Super League è una novità che sta rivoluzionando e dividendo il calcio europeo. Si tratta di un nuovo campionato continentale nato ieri tra mille polemiche e uno scontro che potrebbe portare a una causa da 50 miliardi di euro. La nuova Lega vuole fare concorrenza a quella già esistente, la Champions League. Che è gestita dalla UEFA, una società svizzera che riunisce le federazioni calcistiche europee, organizzatrice pure dell’Europa League.
Queste iniziative della UEFA contribuiscono alla sopravvivenza e lo sviluppo del calcio a livello nazionale e locale in ogni Stato. Vediamoci chiaro nella notizia del giorno, con gli Esperti di Economia e Mercati di ProiezionidiBorsa. È una situazione che ci riporta indietro di 41 anni, al 21 marzo 1980, dicono gli esperti di football e finanza. Quando ci fu un’ispezione della Guardia di Finanza negli uffici del Milan. Da allora lo sport più amato del mondo, divenne solo una questione di soldi.
La zampata di Jp Morgan
Quali sono gli interessi economici e perché la Super Lega rivoluzionerà il calcio e scatena accesissime polemiche fra i tifosi? La Super League, ideata da Juventus, Real Madrid e Manchester United, che dovrebbe partire nel prossimo mese di agosto, punta sui match fra le squadre big, che intendono guadagnare più di quanto non facciano oggi. Replicando il modello dell’NBA del basket statunitense.
La Super League verrà gestita da un’organizzazione privata che fa perno sulla multinazionale americana dei servizi finanziari, Jp Morgan. Che ha già incassato sull’adesione di 12 club di tre Paesi: Manchester City, Manchester United, Arsenal, Liverpool, Tottenham, Chelsea, Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona e le italiane Juventus, Inter e Milan. Non hanno invece aderito al progetto Paris Saint Germain, Bayern Monaco e Bayern Leverkusen che erano state pure interpellate.
Il nuovo campionato prevede che ogni anno, cinque squadre nazionali vengano classificate per merito e possano sfidare i 12 club fondatori. Mentre nella Champions League giocavano 32 squadre, con 26 qualificate di diritto.
Gli interessi economici e perché la Super Lega rivoluzionerà il calcio e scatena accesissime polemiche fra i tifosi
La Super League funziona con 2 gironi da 10 squadre l’una, con sfide di andata e ritorno. Alla fase finale si qualificano 8 squadre, 4 alle semifinali e poi c’è una finale. È una struttura più semplice della Champions, che prevedeva 8 gironi da 4 squadre, 16 qualificate alle semifinali e una finale.
La Champions si sta rinnovando, ma non potrà estromettere le squadre meno importanti. Dal punto di vista dei ricavi la Champions League darebbe 2 miliardi di euro a 32 squadre per edizione (poco più di 60 milioni per squadra in media), comprensivi di quote di partenza, importi fissi, ranking per coefficienti e market pool.
Mentre la Super League offre con 20 squadre in campo, 10 miliardi di anticipo ai club. E poi 3,5 miliardi una tantum ai club fondatori (235 milioni a testa in media, se fossero 15). Insomma, non meno di 60 milioni a squadra, e senza l’incertezza di doversi qualificare o di mantenere una performance. Senza contare l’impennata che potrebbe verificarsi a proposito di diritti televisivi.
Cosa succederà alla serie A
Florentino Perez, presidente del Real Madrid non molla. Andrea Agnelli ha spento il telefono ed è sordo alle critiche. Sono convinti che il mondo del calcio, a causa della pandemia, stia per fallire e che questa idea lo farà risorgere. Sì, ma funziona solo per le big.
È chiaro che i campionati nazionali saranno ridimensionati dalla minor appetibilità dello spettacolo per i tifosi e anche per gli sponsor. Alcuni club italiani stanno già chiedendo la testa di Milan, Juventus e Inter, che vengano cacciati dalla serie A. Ma la vendetta pare peggiore dello sgarbo. Fatto dai club che si preparano a dividersi, in pochi, una torta più grande.