Gli Indici americani alla prova dei setup e dei cicli finanziari

ProiezionidiBorsa

Oggi intendo momentaneamente sospendere la serie di analisi dedicate alla situazione del debito pubblico di diversi paesi, per far presente una particolare situazione degli indici azionari USA.

Considererò in particolare S &P 500 e Nasdaq, ma la situazione del Dow Jones è comunque analoga.

Abbiamo, in precedenti analisi, visto come su barre mensili Magic box avesse proiettato sugli attuali livelli di prezzo e tempo un rilevante setup.

Tuttavia, occorre anche dire che queste proiezioni di lungo termine si possono formulare anche usando barre su time frames inferiori, per avere un dettaglio ancora maggiore della mappa che ne deriva.

Ne consegue che proprio sui recenti massimi assoluti era proiettabile, con la stessa tempistica usata sulle barre mensili, l’attuale setup, cioè sin dal 2012 sullo S &P 500 e sin dal 2011 sul Nasdaq.

Ed in effetti le quotazioni hanno cominciato a decrescere, in forma di potenziale doppio massimo sul Nasdaq e di massimo decrescente su S e P 500.

Non abbiamo ancora conferme di un ribasso di lungo, tuttavia vorrei sottolineare un altro aspetto, che riguarda, in particolare, la situazione ciclica.

Tra i vari modelli ciclici che si possono applicare alle dinamiche dei mercati finanziari, uno in particolare, quello di Armstrong, indicava intervalli regolari nella formazione di rilevanti inversioni dei flussi finanziari.

Questo intervallo corrisponde, per le svolte maggiori, a 3140 giorni di calendario (corrispondente sulle borse a 2140/2170 giorni di mercati aperti, considerando le festività), cioè un ciclo di 8,6 anni, mentre svolte inferiori, ma pur sempre di un certo rilievo, si collocherebbero a distanza di un quarto, cioè 2,15 anni, ovvero 785 giorni di calendario.

Il principio da cui è tratto questo metodo è il famoso numero, denominato in matematica pi greco, ovvero 3,14, moltiplicato per 1000.

In realtà, non sempre si trovano rilevanti svolte di mercato in base a questi intervalli, se applicati secondo i canoni originali del metodo, cioè in base ad intervalli fissi, e definiti una volta per tutte.

Diversa la situazione se tali intervalli, invece, vengono proiettati da massimi e minimi precedenti, in modo da rendere dinamico un metodo, che invece è nato come statico.

Applicando il metodo in questo modo, constatiamo come i recenti massimi, oltre a corrispondere ad un setup di magic box, si trovino anche a distanza di 8,6 anni dai minimi del 2009, e ad una distanza di 2,15 anni (un quarto dell’intero ciclo) dai minimi del 2015.

Anche tale indicazione contribuisce a conferire una certa valenza probabilistica all’attuale setup.

Non resta che attendere eventuali conferme, in ottica di inversione di lungo termine, ma questo sarà argomento approfondito in successivi articoli.

 

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Cimatti Mario Marco