Gli esperti valutano i titoli più interessanti tra l’aumento dei prezzi al consumo e delle materie prime

Ftse Mib

Non è un’apertura di settimana contraddistinta da ottimismo quella che si vede in queste ore sui mercati internazionali. Prima di tutto è come sempre la guerra in Ucraina a dettare legge sulle piazze di scambio. Ma oltre al conflitto è necessario ricordare gli altri protagonisti all’orizzonte. In particolare la FED che ha recentemente confermato un approccio ben più aggressivo di quello che in molti si sarebbero aspettati.

Parallelamente la Cina, di fronte all’aumento dei contagi, ormai a livelli record, ha inasprito molte delle misure di contenimento presenti in diverse zone del Paese. Si tratta, però, di zone che, come ad esempio Shanghai, sono poli di produzione estremamente importanti. Senza contare che attualmente la paura maggiore riguarda la presenza del virus a Pechino. Ad ogni modo le prime conseguenze si stanno già avvertendo sul fronte del greggio e gli esperti valutano i titoli più interessanti anche in questo settore. Infatti si moltiplicano le spinte contrastanti che portano volatilità sul petrolio.

Ultimo in ordine di tempo, il già citato blocco delle attività in Cina che potrebbe portare ad un taglio significativo delle richieste di carburante e benzina in generale. Un settore, quello degli energetici, che continua ad essere al centro delle attenzioni anche per via della stagione delle trimestrali che, in USA, entrerà nel vivo proprio nei prossimi giorni.

Gli esperti valutano i titoli più interessanti tra l’aumento dei prezzi al consumo e delle materie prime

A tal proposito da UBS fanno sapere che, secondo le loro analisi ci sono alcuni titoli Buy degni di essere acquistati. Il primo è BR con target fissato a 450 pence ma presente nell’elenco è anche l’italiana ENI a 14,2 euro. La lista continua, tra gli altri, con nomi come Royal Dutch Shell (tp a 2.450 pence) e Total Energies (t.p a 47 euro). In tutto questo l’Europa apre in negativo, senza riuscire a trovare alcun vantaggio dalla rassicurante vittoria di Emanuel Macron alle ultime elezioni francesi. Infatti, intorno alle 9.30, il Ftse Mib già perdeva l’1,25%. Andavano peggio le cose anche per il Cac 40 che lasciava sul parterre l’1,45%. Non si salvavano nemmeno Londra che con il Ftse 100 perdeva l’1,7% e il Dax di Francoforte a -1,20%.

Sullo sfondo, poi, anche la paura di un aumento dei prezzi al consumo, aumento che potrebbe essere certificato dalle rilevazioni che verranno pubblicate nei prossimi giorni insieme ad alcuni altri dati macro particolarmente importanti come quelli del PIL del primo trimestre. Per quanto riguarda l’inflazione, invece, da Credit Suisse hanno esaminato alcuni nomi che, invece, potrebbero beneficiare del trend al rialzo sul costo della vita. Anche per via dell’aumento delle quotazioni delle materie prime e dei prodotti e macchinari ad esse annessi, titoli come Cnh Industrial, attiva nella creazione di macchinari agricoli, o Bayer, noto produttore anche di diserbanti, potrebbero intravedere diversi vantaggi.