Gli errori formali possono essere sanati dal contribuente prima che giungano i controlli

Agenzia delle Entrate

La proposta del Sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, che si sta traducendo in un progetto legislativo, prevede una sorta di “ravvedimento operoso” nell’ambito della violazione delle norme fiscali. In altri termini, gli errori formali possono essere sanati dal contribuente prima che giungano i controlli. Si tratterebbe di quelle violazioni che non incidono sulla determinazione dell’imponibile e sul versamento del tributo, quindi che non provocano danno all’Erario.

Il progetto di riforma potrebbe essere inserito come emendamento al DL Semplificazioni oppure nel Decreto Agosto, manovra che il Governo dovrebbe varare in settimana. In tal modo, si addiverrebbe ad un alleggerimento del sistema delle violazioni formali, che è il precipuo obiettivo del Ministro dell’Economia. Inoltre, evitare la sanzionabilità di detti comportamenti non nuocerebbe all’Erario, trattandosi di violazioni che non inficiano i controlli e la riscossione fiscale. Per essi, il contribuente dovrebbe provvedere, però, alla regolarizzazione prima della constatazione della violazione. Quindi provvedere prima di ispezioni, verifiche o altre attività di accertamento.

Gli errori formali possono essere sanati. Quali sono?

Si è detto, dunque, che gli errori formali possono essere sanati dal contribuente prima che giungano i controlli. Ma, a questo punto, si ci chiede quali siano le violazioni di carattere formale. In realtà, si tratterebbe degli errori che non sottraggono materia imponibile e non incidono sulla determinazione e calcolo delle imposte. Cioè, tutte quelle violazioni che vengono regolarizzate spontaneamente dal contribuente e che non ostacolino l’azione di controllo e di accertamento svolta dal Fisco. L’importante è che il contribuente corregga spontaneamente l’errore e lo faccia prima che l’amministrazione finanziaria abbia avviato i controlli fiscali del caso.

Diversamente, non sarà più possibile emendare l’errore e la sanzione arriverà comunque. Il tutto, ha in più anche un valore etico che è quello di rafforzare la collaborazione tra Fisco e contribuente, valorizzando il comportamento spontaneo del cittadino. Se ne potrebbe ottenere un adempimento collaborativo, utile a prevenire i controlli ispettivi, che comporterebbe anche un risparmio di spesa. L’avvio di questo progetto di scambio era già presente nello Statuto del contribuente ma si è trattato di un input rimasto disatteso per ben un ventennio.

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