Gli analisti osservano un elemento forse sottovalutato dai mercati

consumi

Gli ultimi dati macro pubblicati in queste ore evidenziano le prime, prevedibili conseguenze sul fronte dei consumi e delle vendite al dettaglio. In particolare queste ultime a dicembre, complice anche un’inflazione al massimo da circa 40 anni a questa parte, hanno registrato un calo di quasi il 2% (1,9% per la precisione). Impossibile non pensare alle mosse della FED che tra poco più di un mese metterà mano alle strategie di politica monetari.

Un’incognita che, oltre ai mercati statunitensi, riguarderà anche quelli Emergenti. Infatti sono da sempre questi ad essere considerati anelli deboli durante i cambi di marcia delle politiche monetarie della FED. Non quest’anno, almeno stando a quanto confermato dagli analisti di UBS che vedono di buon occhio asset class russe e cinesi.

Gli analisti osservano un elemento forse sottovalutato dai mercati

Quello visto sui consumi è un calo che assomiglia di più ad un crollo visto che le previsioni non andavano oltre un -0,1%. In realtà anche in questo caso la causa è da ricercarsi in un mix di fattori che includono ovviamente la ragione prima e cioè la diffusione della variante Omicron ma anche le storture viste nella catena di distribuzione e di approvvigionamento. C’è poi un altro dato macro che delude e cioè quello riguardante la produzione industriale, ovvero quel calo, a dicembre, dello 0,1% che contrasta contro le attese di un +0,2%. Un mosaico che si va man mano componendo e che comprende, tra le sue tessere, anche quelle del dato sui prezzi all’ingrosso arrivato a registrare un +9,7%.

Tutto questo si va ad aggiungere ad una serie di trimestrali pubblicate dai grandi nomi del settore finanziario. Nello specifico Wall Street che ha aperto in passivo soprattutto per i cali, sebbene previsti, di alcune voci delle trimestrali di Jp Morgan e Citigroup.

Ultima nota. Gli analisti osservano un elemento forse sottovalutato dai mercati, elemento che potrebbe essere la tensione tra Russia e Ucraina. Infatti in queste ore l’Ucraina ha dovuto registrare un attacco informatico diretto alle sedi di alcune sue istituzioni. Si tratta di un attacco che, per molti, potrebbe presto trasferirsi sul terreno dello scontro militare. Intanto la tensione rischia di spaccare anche l’Europa e la NATO. Infatti Mosca, sebbene ufficialmente abbia smentito di ogni forma di offensiva verso Kiev, non ha esitato ad ammettere di essere contraria alla sua ammissione in seno alla NATO.

Il motivo? Così facendo l’Ucraina potrebbe essere vista come una sorta di avamposto dell’Occidente, troppo vicino a Mosca. E quindi pericoloso. La prima conseguenza, almeno nell’immediato è stata un aumento ulteriore sul prezzo del gas.