Continua oggi la nostra disamina di alcuni aspetti, relativi alla normativa in materia di Green Pass. Normativa a dire il vero non sempre condivisibile.
A prescindere dall’essere favorevoli o meno a questo strumento, talora sono aspetti di incoerenza logica e problematiche operative a destare diversi dubbi, anche in chi favorevole.
Tema, quello del Green Pass, indubbiamente salito alla ribalta mediatica in Italia, non solo perché il suo utilizzo è stato esteso, ma anche perché siamo uno dei Paesi che ne sta facendo un maggior uso, in ambito europeo.
Giustizia ed anziani: due settori destinatari della normativa non sempre condivisibile sul Green Pass
Ma spesso, voler disporre una normativa che coinvolge molteplici aspetti, potrebbe dar luogo a diversi problemi, ad esempio di costituzionalità e di difficoltà applicative.
Tra i settori cui si applica, quello della giustizia, ma con norme che, a chi scrive, francamente paiono strane, soprattutto a fronte di una differenziazione di trattamento giuridico tra magistrati e funzionari dei tribunali, da un lato, e quelli che potremmo considerare soggetti esterni.
Tra i settori cui si applica il Green Pass non dobbiamo poi dimenticare quello delle colf e delle badanti, con non pochi problemi applicativi.
Green Pass e processi
La normativa prevede diversi obblighi. Devono essere muniti di Green Pass magistrati e personale ausiliario delle aule di giustizia. Ma non lo devono invece avere avvocati, parti processuali, e altri soggetti esterni, come i testimoni e i consulenti.
Francamente, mi pare una ingiustificata disparità di trattamento, con conseguente violazione dell’articolo 3 della Costituzione.
Nel caso un magistrato, che si occupa di uno specifico processo, non sia dotato di Green Pass, sarebbe quindi sanzionato, e resterebbe senza stipendio. Ma il virus non guarda se uno è magistrato, avvocato, o se riveste ruoli diversi in un procedimento.
Peraltro, mentre in altri luoghi di lavoro anche soggetti esterni, di cui si avvalga una azienda, devono esserne muniti, in questo caso, invece, i cosiddetti soggetti esterni possono anche fare a meno del Green Pass.
Sicuramente è vero che nei confronti di un soggetto non dipendente di un ente ovviamente non può applicarsi la sanzione della sospensione dallo stipendio, ma una sanzione pecuniaria invece poteva essere prevista.
Svolgendo un’analisi degli interventi su questa tematica, non pare potersi scorgere una giustificata motivazione su questo punto.
Segno che, probabilmente, unico vero motivo, per cui si è adottata la normativa in questione, è il timore che legali, parti processuali e altri soggetti, esterni all’organizzazione della giustizia, potessero disertare in vario modo le aule di giustizia, in caso di imposizione del Green Pass, in tal modo rendendo difficoltosa o impossibile la celebrazione dei processi, già sotto molteplici aspetti a rischio, anche a fronte della situazione pandemica complessiva.
Ma veniamo ad un altro interessante settore.
Colf e badanti
Obbligo anche per loro.
Peccato che in tale settore non si tenga conto della realtà dei fatti.
Ovviamente è connaturato al tipo di lavoro da svolgere l’aver spesso a che fare con persone anziane. Soggetti che, in molti casi, hanno scarsa o alcuna dimestichezza con strumenti elettronici o informatici.
Ce li vediamo molti anziani controllare con l’app la regolarità del Green Pass esibito dai loro assistenti?
Spesso molti anziani neppure sono dotati di cellulari in grado di scaricarla, l’app in questione.
Pertanto, ancora una volta, pare essere prevalso l’indirizzo, basato su una sostanziale economicizzazione delle situazioni, come si usa dire.
In conclusione, a proposito di “Giustizia ed anziani: due settori destinatari della normativa non sempre condivisibile sul Green Pass”, più che non affrontare le situazioni per quello che sono, si preferisce magari non affrontarle realmente, ma comunque trarne qualche occasione per ottenere introiti economici.
Almeno le casse pubbliche ringrazieranno.
La soluzione effettiva dei problemi, un po’ meno.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“