Oggi, giovedì 18 marzo, si celebra in tutta Italia la Giornata Nazionale in onore delle vittime del coronavirus. Tra emergenza sanitaria, crisi economica e nuove speranze dettate dall’arrivo dei vaccini, vediamo con l’analisi degli Esperti di Cultura e Società di ProiezionidiBorsa quel che resta tra le macerie della guerra al Covid 19.
Gli scioccanti dati dall’inizio della pandemia
La pandemia di Covid 19 ha lasciato dietro di sé un cumulo di devastazione. I dati che emergono fino ad oggi, forniti dall’OMS, parlano chiaro.
In tutto il mondo sono oltre 2,5 milioni i decessi per coronavirus, su più di 120 milioni di casi confermati. In Italia, sono circa 100mila i connazionali che ci hanno lasciato, su oltre 3 milioni di infetti, in tutto il Paese, dall’inizio della pandemia.
La giornata di oggi uguale a quella di un anno fa
Giornata Nazionale per le vittime di Covid 19, cosa resta all’Italia? Tra continui decreti e una serie di chiusure e riaperture senza fine, la situazione odierna della Penisola appare non molto differente da quella di marzo 2020.
Centinaia di vittime al giorno, zona rossa allargata in buona parte del Paese, divieto di allontanarsi dal Comune di residenza o anche solo dalla propria abitazione, se non per necessità. E comunque sempre con l’autocertificazione a portata di mano. Distanziamento sociale e mascherine mal tollerati e poco osservati. La stretta mortale del virus non sembra allentare la sua presa.
Giornata Nazionale per le vittime di Covid 19, cosa resta all’Italia
Varie Nazioni hanno ormai sperimentato e messo in commercio i loro vaccini. In Italia, oggigiorno sono poco meno di sette milioni le persone che hanno ricevuto la prima dose, su un totale di circa 8.600.000 consegnate.
Si prevede un aumento netto di dosi disponibili per il secondo trimestre (circa 37 milioni di vaccini in arrivo). Ma sarà rispettato? Ieri, 17 marzo, la Commissione Europea ha dichiarato di aver inviato 40 milioni di vaccini fuori dai suoi confini, ad altri Paesi.
In questa Giornata Nazionale per le vittime di Covid 19, cosa resta all’Italia di tanta generosità? È stata mal ricambiata, ha sottolineato ieri la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Il nostro Paese, il primo ad essere colpito dal virus Covid 19, è in deficit di forniture. Non resta che sperare in un’accelerazione segnata dall’arrivo delle dosi del vaccino USA Johnson & Johnson e del russo Sputnik V di prossima autorizzazione.
A causa di ciò, partirà a rilento il piano per revitalizzare l’economia. Che ha subito perdite incalcolabili sia in termini di profitto che in posti di lavoro. Di questa tragedia ci resteranno solo la crescita e lo sviluppo esponenziale dello smart working. E la definizione di un budget più consistente per l’assistenza sanitaria nazionale.