Un femminicidio ogni tre giorni. Ad oggi, nell’Italia del 2020, le donne vittime di omicidio sono 91, secondo i dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Un numero che, anche se in calo rispetto a quelli diffusi dell’anno scorso, continua a fare paura e continua a far riflettere. Nel 21esimo secolo le donne vittime di omicidio sono 3.344. “I dati dei femminicidi ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo”, commenta il Presidente Giuseppe Conte.
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: la storia del 25 novembre
Così in tutto il mondo si celebra il 25 novembre: la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un giornata simbolo che bisogna ricordare bene nella mente. La giornata del 25 novembre è stata ufficialmente istituita dall’ONU nel 1999 con un documento che indica la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani. Un atto di violenza che è diretta conseguenza delle diseguaglianze persistenti tra i generi e della discriminazione nei confronti delle donne, nella pratica e nella legge. Il 25 novembre ricorda dunque oltre tutte le donne uccise, anche la disuguaglianza di genere presente ancora oggi, la poca sicurezza, la poca libertà e la discriminazione.
Il 25 novembre e la sua storia
Oggi si celebra dunque la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: la storia del 25 novembre risale agli anni ’60. Infatti il 25 novembre di 60 anni fa, a Santo Domingo, le sorelle Mirabal si stavano recando al carcere della città per andare a trovare i propri mariti. Per strada le tre sorelle incontrarono gli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo. Le tre donne, dopo essere state fermate, furono picchiate e lanciate in un burrone. Si cercò di far passare l’accaduto come un tragico incidente. Ma, poiché le tre sorelle si distinguevano per essere attiviste del Movimento 14 giugno, fu chiaro che si trattasse di omicidio.
Così nacque la data del 25 novembre, che da 60 anni ricorda all’essere umano gli errori e i fallimenti commessi ormai indelebili, che macchieranno per sempre i vari Paesi. Ma ricorda anche che qualcosa si può fare per cambiare.
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