Germania: recessione e attivo di bilancio

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I tedeschi e la Germania  da sempre vincono le battaglie ma perdono le guerre.

Per molto tempo abbiamo sentito il refrain che la Germania stava vincendo la terza guerra mondiale dopo le due perse sul campo, sul terreno dell’economia.

Ora che i segnali del ciclo economico tedesco sono da pre-recessione ecco che i teutoni da vincitori scivolano ancora una volta nel campo dei perdenti.

Considerato quanto le loro direttive e volontà abbiano pesato in questi anni sulle scelte di BCE e Commissione europea viene da pensare che, proprio, una volta sui picchi i germanici perdono la bussola.

E così’ infatti è stato anche questa volta.

L’euro come zavorra per il marco

E questa crisi arriva nonostante almeno su un punto la Germania non ha fallito.

Vale a dire sul fronte valutario.

Vista la crescita dei dati di produzione tedeschi di questi anni potremmo solo immaginare a che livelli sarebbero arrivati i cross valutari sul marco.

Senz’altro una moneta così potente avrebbe di molto calmierato la potenza industriale tedesca costretta a fare i conti con una moneta forte.

Ecco allora l’invenzione di una moneta unica che immettendo nel circolo le monete di nazioni strutturalmente portate a svalutare potesse zavorrare ben bene il super marco.

E così puntualmente è stato.

Germania: surplus di bilancio e industria in crisi

Per il resto la direttrice tedesca si sta rivelando fallimentare.

E chissà quanto in più lo sarebbe se non vi fosse appunto il vantaggio di disporre di una moneta appesantita come l’euro.

I dati della produzione industriale della Germania sono da mesi ormai in negativo ancora un trimestre e sarà vera recessione.

Il tutto mentre stando all’istituto per la ricerca economica Ifo, la Germania realizzerà nel 2019 il maggior surplus della bilancia corrente al mondo.

Risultato segnale  di potenza e ottenuto per il quarto anno consecutivo.

Germania: inutile prendersela con Draghi

Il fastidio espresso duramente da varie esponenti tedeschi verso Draghi, che ha giustamente invitato le nazioni in attivo a reinvestire queste risorse, conferma come i teutoni si siano resi conto di avere toppato.

Che poi questo eventuale sforzo interno aiuti le altre nazioni e l’UE nel suo insieme è da verificare… comunque bene ha fatto Draghi a sollecitare questa apertura.

Ora, in linea con la loro pervicacia, confermare la politica rivelatasi errata o ammettere di essersi sbagliati e cambiare indirizzo verso l’espansione?

L’osservazione dell’Ifo aumenta la pressione anche interna sul governo di Angela Merkel.

Stimolare la domanda interna può certo contribuire a diminuire gli squilibri della bilancia commerciale. Verso praticamente l’intero resto del mondo.

La via alternativa sarebbe che la BCE e la Commissione UE finalmente vigilassero meglio sugli splafonamenti della Germania sull’export.

Cosa che probabilmente finirebbe per avvantaggiare altre nazione dell’Unione Europea attualmente danneggiate da questa prepotenza tedesca.

Approfondimento

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