Germania kaputt! UE sveglia! Proposte

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Germania cosa succede?

Prosegue la serie di dati macro economici tedeschi per nulla confortanti, anzi!

Vediamoli:

Aspettative di business tedesco 99,8 100,3 101,0
Valutazione dell’attuale situazione tedesca 105,9 106,0 106,4
Indice IFO sulla fiducia delle aziende in Germania 102,8 103,1 103,7

 

Le aspettative di business tedesco tornano un ‘altra volta sotto quota 100 e più ancora che l’indice IFO sulla fiducia (pere esso comunque in discesa e sotto le attese) fa specie la valutazione dell’attuale situazione tedesca che si pone sotto il consensus e anche sotto la rilevazione precedente.

“Chi è causa del suo mal pianga se stesso” recita un vecchio detto, quanto mai attuale nella contingenza economica europea.

Pare proprio che la locomotiva tedesca, che tanto ha beneficiato delle difficoltà scaricate sui partner con una politica monetaria e direi anche con gli indirizzi generali calati da Bruxelles sui paesi membri dell’UE, ora stia iniziando a pagare un conto salato alla propria voracità.

Quando  dati macro deficitari si susseguono così continuativamente il segnale di alert va colto per tempo. Cioè immediatamente.
Stiamo parlando di numeri che in assoluto non indicano certo recessione, ma si sa che il passaggio dal rallentamento alla recessione è sempre molto più rapido che non lo sviluppo contrario.

Sapranno la Germania e la Merkel rendersene conto?

In un ‘azienda ben gestita i vertici si muoverebbero subito step di variazione e modifica o almeno correzione delle strategie meno produttive.
Ma l’UE a guida Germania può essere considerata un azienda efficiente?

Quello che sta accadendo in Germania si accompagna al vissuto critico di numerosi partner.

In quella che , senza nemmeno ricorrere in fase costituente al parere dei cittadini, si è autodefinita unione, non dovrebbero esservi difficoltà a riconoscere la necessità di cambiamenti radicali per evitare di piombare in una nuova crisi. Vediamo alcune prime proposte:

revisione della politica monetaria con sostegno diretto della BCE a famiglie ed aziende e aiuti alle banche anche sugli asset tossici e non solo sui bond governativi;

– semplificazione dei regolamenti e della montagna di burocrazia che Bruxelles cala su tutte le imprese europee soffocandole di incombenze sconosciute ai competitors extra UE , E si badi non parliamo assolutamente di toccare redditi e garanzie per il lavoratori.

-risanamento delle banche sul modello britannico a partecipazione pubblica e delimitazione dei campi operativi specie in ambito di speculazione finanziaria coi denari dei depositanti.

Sarà la Germania disposta a riconoscere i propri errori e fare almeno qualche passo indietro rispetto ai suoi diktat? Come si concretizzerà o meno la risposta a questa domanda ci indicherà quale futuro avrà l’Unione Europea e la sua stabilità.