Gerardo Marciano_Il futuro dei mercati azionari e le cose che contano e le chiacchiere inutili da evitare

ProiezionidiBorsa

Articolo scritto dal Dott. Gerardo Marciano Amministratore di Proiezionidiborsa Holding

Basta andare a ritroso su questo sito  e leggere  cosa abbiamo scritto negli ultimi 7 anni, nei mesi e nelle settimane precedenti per poter affermare che quello che accade è per Noi, la cronaca di un movimento annunciato nei termini e nei modi.

Cosa attendere dal futuro?

Per investire con successo sui Mercati Finanziari, c’è bisogno di una mappa che nasca dalle statistiche storiche e ci permetta di guardare al futuro con più tranquillità, e di investire con le probabilità a favore. Noi abbiamo capito che se si guarda a quello che è avvenuto nel passato, si può investire con successo e con probabilità a favore per il futuro. Poi dopotutto, la differenza con il banco, che è la Borsa, è proprio questa: forse si vince se le probabilità a favore sono superiori rispetto a quelle a sfavore.

Cosa muove i mercati?

I cicli dei mercati finanziari interagiscono con i cicli dell’economia. Possiamo tranquillamente dire, quindi, che Mercati Azionari e il Ciclo Economico sono due sinusoidi identiche o quasi identiche.

Come e con che cosa possiamo definire e delineare in poche parole il Ciclo Economico?

Con il PIL. Il PIL viene usato per misurare il benessere economico di una Nazione, per cui è un “indicatore di ricchezza”. È ovvio che se il PIL di un Paese aumenta, la Nazione attraversa una fase di espansione. Viceversa se diminuisce si trova in recessione.

Storicamente a periodi di espansione, più o meno limitati, sono seguiti periodi di recessione più o meno limitati.Ovviamente le variazioni del PIL influenzano il prezzo delle azioni. Infatti,come l’economia ha un suo Ciclo, così anche i Mercati Azionari: a periodi di espansione seguono periodi di recessione economica, e quindi, a periodi di Bull Market, periodi di Bear Market.
Possiamo, quindi, esprimere delle regole semplici:

Espansione economica=Tassi di interesse in rialzo=Mercati azionari in rialzo

Recessione/rallentamento economico=Tassi di interesse in ribasso=Mercati azionari in ribasso.

Sembra di una semplicità disarmante, ma chi riesce a seguire queste piccole regole:
• Acquistare nei periodi di recessione, dove i tassi sono bassi, e i Mercati azionari sottovalutati (Acquistare basso)
• Vendere nei periodi di espansione, dove i tassi sono alti, e i Mercati azionari sono alti (Vendere alto)

Come si comportano gli investitori, nei momenti di picco di espansione economica e nei momenti di picco della contrazione?

Basta leggere il grafico del sentiment dell’investitore per averne un’idea.

Proprio nei momenti di maggior euforia, o maggiore panico, la statistica dice che ci sono alcuni addetti ai lavori che si comportano peggio del peggior investitore:
o gridando al rialzo perenne o alla fine dell’economia!

Sicuramente atteggiamenti del genere, creano forte stress negli investitori influenzandone forse(molto probabilmente)i comportamenti:
qualcuno sicuramente avrà venduto sui minimi Titoli di Stato e forse azioni!

Lampante l’esempio di Unicredit: meno di un triennio fa qualcuno scriveva che era già fallita e che andava venduta, oggi il titolo è a + 200% dai minimi.

In base a statistiche storiche che partono dal 1798, isolando determinati campioni di prezzo e tempo, siamo riusciti ad evidenziare quale sarà il probabile “tragitto” che i mercati azionari seguiranno di anno in anno fino al 2030 almeno.

Prima di definire il probabile futuro dei mercati delle prossime settimane, facciamo un passo a ritroso su cosa abbiamo scritto negli anni, nei mesi e nelle settimane precedenti, per poi cercare di definire il futuro più probabile.

In base alle statistiche degli ultimi 120 anni sugli Indici americani:

Il periodo 2008/2009 doveva rappresentare un bottom di un Ciclo trentennale, e quindi quei livelli di minimo toccati in quel periodo non dovrebbero essere più ritoccati per molti anni, o forse mai più.

Infatti, assumendo un ciclo a 30 anni e partendo dal 1798 è possibile costruire la seguente sequenza: 1798, 1828, 1858, 1888, 1918, 1948, 1978 e 2008/2009.

Cosa hanno in comune tutti questi anni?

In questi anni si è sempre formato un minimo del mercato che non è stato violato per lunghi periodi o addirittura mai.

Andiamo ad analizzare caso per caso.

Anno 1798: il mercato ha formato un bottom che non è stato più toccato;

Anno 1828: il mercato ha formato un bottom che è stato toccato solo 11 anni più tardi;

Anno 1858: il mercato ha formato un bottom che non è stato più toccato;

Anno 1888: il mercato ha formato un minimo violato solo 5 anni più tardi, ma solo per 1 anno. Poi non è stato più toccato;

Anno 1918: il mercato ha formato un bottom che è stato violato solo 11 anni più tardi durante il crash del 1929;

Anno 1948: il mercato forma un minimo violato per una sola settimana nel giugno del 1949 e mai più toccato. Va notato che dopo il 1949 è iniziato un mercato toro durato fino all’inizio degli anni settanta;

Anno 1978: il mercato forma un minimo violato per una sola settimana nel marzo del 1980 e mai più toccato. Va notato che dopo il 1980 è iniziato un mercato toro durato fino al 2000.

Come si può arguire, 120 anni di Storia negano la probabilità che il minimo del 2009dei mercati americani, abbia molte probabilità di essere ritoccato nei prossimi anni.

In base al conteggio del Top or Bottom, il rialzo iniziato nel 2009 doveva continuare ininterrotto fino al primo semestre del 2011, per poi lasciare spazio ad una correzione di almeno un anno.

Questa correzione a cavallo fra il 2011 ed il 2012, dovrebbe portare alla formazione del minimo del decennio, per poi lasciare spazio ad un bull market di almeno 5 anni, fino al 2017 inoltrato.

A cavallo fra il secondo semestre del 2017 e l’inizio del 2018, come da frattale evidenziato all’ inizio di questo articolo, attendiamo una correzione da brivido sui mercati azionari.

Abbiamo scritto sopra, che in alcuni momenti del ciclo economico, sono proprio gli addetti ai lavori, quelli che dovrebbero saperne in più, che commettono e fanno commettere degli errori “diciamo strategici”.

Oggi, qualcuno pone l’accento sulla forza del dollaro e scommette che questo farà macinare utili inferiori alle aziende americane e porterrà ad una conseguente contrazione del Pil.

Sgombriamo subito il campo, affermando che non tutte le aziende sono legate al rafforzamento o meno della valuta, e quindi si potrebbe assistere anche ad una rotazione settoriale e ad un cambio di velocità fra i vari settori economici, senza “far cadere l’economia nel baratro della recessione”.

Le probabilità non sono a favore comunque, di un fenomeno recessivo nei prossimi 2 anni.

In base alle nostre previsioni, un rallentamento economico dell’economia  stelle e strisce si avrà fra il secondo semestre del 2017 ed il primo trimestre del  2018.

Veniamo allo spauracchio del rialzo dei tassi, e come da nostro solito parliamo per dati certi e non per sentito dire o per sprecare fiato,

C’è una verità sacrosanta che nessuno può e deve negare o dimenticareo addirittura calpestare:

finchè le aziende continueranno a macinare utili, nessun rialzo dei tassi andrà valutato come un indicatore previsionale di ribasso dei mercati azionari!

Oggi, molti discutono se la Fed alzerà i tassi a Giugno o a Settembre! Ma guardate cosa è successo dopo 6 mesi dal primo rialzo dei tassi!

Basta leggere una statistica pubblicata nel 2002 dalla Morgan Stanley, per capire che qualcuno guarda il dito e non la luna!

Tabella redatta nel 2002 da Morgan Stanley _Effetti dei tassi sui settori azionari:

Auto -5,5%

Banche -8,9%

Utilities -5,2%

Energia +4%

Media +7,9%

Software +59,2%

Telecomunicazioni +9,4%

Indici Mondiali + 6,7%

Nessuno può negare questa verità storica….

Quando l’equilibrio sarà a favore dei tassi e a sfavore degli utili, e quando gli indicatori economici  previsionali, “e consentiteci di essere terra terra”, incominceranno  a vedere nero, allora e solo allora, il rialzo dei mercati sarà al suo tramonto per un bel po’!

In base a criteri economici, la nostra previsione di forti ed ulteriori rialzi dal 2012/primo trimestre del 2013(ricordiamo che abbiamo stilato queste statistiche nel nostro Ebook 120 Anni a Wall Street pubblicato nel 2007), continua ad avere senso e ad essere giustificata dall’attuale ciclo economico.

Dal punto di vista tecnico, otteniamo ulteriore conferma.

Sui mercati azionari, bisogna decidere in base ai dati a propria disposizione, ed in base a dati economici, il rialzo in corso, come da nostre previsione ha ancora strada spianata fino al 2017 inoltrato.

Ma se scoppia una bomba? Se scendono i marziani?

Questo non rientra nei fattori che fanno stilare o meno una previsione economica, ma questo è trovare pelo nell’uovo o addirittura fare mere elucubrazioni mentali.