L’analisi di alcuni principali indici internazionali, in ottica di lungo, ha già evidenziato, come spiegato in precedenti articoli, un trend rialzista confermato da diversi tipi di tecnica.
Più intrigante, per certi versi, l’analisi sul Ftse MIB, proprio in quanto indice che sembrava aver ritrovato solo in parte la strada del rialzo, e che pone maggiori dubbi, anche e soprattutto in considerazione della maggior debolezza rispetto alle altre borse occidentali, conseguenza del maggior peso di titoli del comparto finanziario sul listino, in una fase in cui sono soprattutto le dinamiche finanziarie, più di quelle macroeconomiche generali, a condizionare i movimenti dei principali indici.
Nonostante ciò, la nostra analisi ci induce a ritenere anche questo indice, molto probabilmente, come tuttora inserito nel trend rialzista di lungo, iniziato nel marzo 2009, ma procediamo per gradi.
Intanto, occorre osservare che l’indice, dal massimo del 2007, era inserito, graficamente, in un ampio canale ribassista, la cui retta di resistenza ha intersecato i principali massimi anche del 2008 ed è stata superata dal FTSE MIB, che dai minimi del 2009 ha peraltro costruito un canale rialzista di ampie dimensioni.
Ma quale canale?
Nelle prime fasi di un rialzo è questa la difficoltà principale, cioè quella di individuare gli esatti riferimenti resistenziali e supportivi, in quanto l’individuazione di elementi grafici meno rilevanti potrebbe indurre in errore.
Anche in questo consiste l’abilità del cosiddetto graficista.
Forse è prematuro per affermarlo, ma probabilmente ci siano riusciti.
All’interno di quello che a nostro avviso costituisce il canale primario, possiamo individuare nella fascia superiore due principali rette, di rimando rispetto al bordo inferiore, rette indubbiamente significative, visto il consistente numero di intersezioni con alcuni principali punti di svolta.
Sulla retta più esterna, infatti, passano, ad esempio, il minimo della settimana del 6 ottobre 2008, nonchè i massimi delle seguenti settimane:
24 novembre 2008
5 gennaio 2009
14 settembre 2009
28 settembre 2009
5 ottobre 2009.
Poco più sotto si colloca una seconda retta, parallela alla prima, essa pure collocata nella fascia superiore del canale, ed interessante alcuni rilevanti punti di svolta nei seguenti time frame settimanali:
minimo settimana 01 dicembre 2008
massimi delle settimane del 26 gennaio ed 08 febbraio 2009
minimo settimana 30 novembre 2009
massimo settimana 01 febbraio 2010
tutti i massimi delle settimane dal 15 marzo al 12 aprile 2010.
Come si nota, un numero rilevantissimo di punti d’inversione, intersecati da due rette parallele, e come sappiamo, maggiore è il numero di punti trovati su un supporto o resistenza dinamici, maggiore è la loro valenza.
Constatata, quindi, l’assoluta valenza grafica di tali riferimenti dinamici, ne conseguiva l’altrettanto rilevantissima reazione, che aspettavamo tracciando la retta di supporto, parallela alle altre due, dai minimi del marzo 2009.
E puntualmente, la reazione non si è fatta attendere, in quanto proprio in corrispondenza della settimana iniziata il 29 novembre, l’ipotizzato supporto dinamico ha fatto sentire la sua presenza, intersecando i minimi, da cui è partita l’attuale reazione.
Se, quindi, il compito dell’analista è anche quello di comprendere quali elementi grafici sono più rilevanti di altri, riteniamo, con probabilità, di aver individuato il canale di lungo che intersecherà in futuro alcuni fondamentali punti di svolta.
Ma facciamo un passo indietro, e cerchiamo di comprendere, anche in ottica di breve/medio, come l’andamento dell’indice si collochi in un più ampio contesto.
Il recente ribasso iniziato ad ottobre, ha avuto origine in corrispondenza di alcuni rilevanti setup spazio/temporali d’inversione, secondo metodi proprietari di proiezioni di borsa.
In corrispondenza della settimana iniziata il 25 ottobre, trovavamo infatti un setup di Top or bottom confermato su time frame settimanale e giornaliero, oltre che da indicazioni di mutato trend, in ottica di breve e medio, prima su base giornaliera, e poi settimanale, da parte di TC2 e FEI.
Come se peraltro questo non bastasse, la dinamica dei prezzi ha trovato un ottimale livello di resistenza dinamica in una importante onda wars, che ha prontamente spinto le quotazioni al ribasso.
Ed ora?
Ancora prematuro affermare la presenza di segnali settimanali di svolta sui predetti algoritmi TC2 e FEI, tuttavia su time frame a livello giornaliero tali segnali sono intervenuti, ad esempio considerando l’intersezione di tali indicatori con le rispettive medie mobili, e proprio in corrispondenza di quel bordo del canale rialzista di lungo, che abbiamo dianzi considerato.
Da rilevare, inoltre, che ieri era giornata di setup su Top or bottom, e che la settimana in corso si candida ad un’automodifica in senso rialzista.
Possiamo quindi ipotizzare che la presenza di una serie di indicazioni rialziste, in ottica di breve e medio, pare al momento ricollegarsi ad una dinamica di più largo respiro, in corrispondenza proprio del canale rialzista di lungo.
La conferma di tale scenario è affidata soprattutto all’ipotizzata automodica rialzista del time frame settimanale in corso.
Sotto il profilo del time frame annuale, avevamo già sottolineato, in precedenti interventi, l’impostazione ribassista, secondo la tecnica di Top or bottom.
Tuttavia, la risalita sopra il filtro indicato nell’ebook, che non dista molto dalle attuali quotazioni, farebbe considerare la dinamica ribassista del setup annuale come falso segnale, e ricondurrebbe tale impostazione ad una semplice dinamica correttiva del trend primario di lungo termine, confermando così lo scenario che proietta per il prossimo anno nuovi massimi.
Anche in considerazione dell’analisi intermarket, che evidenzia un trend rialzista sui principali indici azionari occidentali, riteniamo che i segnali dianzi evidenziati si inseriscano, con ogni probabilità, nella ripresa delle quotazioni dell’indice italiano proprio anche in ottica di lungo termine.
La settimana in corso e le successive saranno decisive per una conferma in tal senso.
Non mancheremo, comunque, in prossimi interventi, di estendere le nostre analisi ad altri indici azionari, taluni più gettonati da traders ed analisti, altri meno, ma non per questo meno interessanti.