Fondi europei: Bruxelles abbassa la pressione

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Bruxelles abbassa la pressione sui fondi europei ed era proprio ora.

Questa decisione non è nulla rispetto a quanto attuato negli Stati Uniti ed in Cina ma è comunque meglio di niente.

E, soprattutto, rappresenta la conferma che finalmente anche a Bruxelles si stanno rendendo conto di fare affogare l’Unione Europea tra manovre restrittive e burocrazia.

I fondi europei non utilizzati non potranno essere più congelati

Quello di perdere per strada i fondi assegnati è un’accusa spesso rivolta all’Italia.

Stiamo parlando di briciole rispetto alle manovre di USA e Cina ma comunque sono capitali disponibili.

Tralasciamo le complicazioni burocratiche non indifferenti per arrivarci (aspetto quello della burocrazia  su cui comunque l’Unione Europea deve lavorare a 360°).

Rimane una opportunità.

Il Parlamento europeo ha esteso le aperture temporali sulla disponibilità degli investimenti del “settennato” 2021-2027.

In sostanza si è deciso di non punire gli Stati in settori strategici.

I cambiamenti riguardano Fondo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, quello Europeo Agricolo e Sviluppo Rurale e infine quello sulla Sicurezza interna.

Obbiettivi e scorporo dal calcolo del rapporto deficit/PIL dei fondi europei

Finalmente il parlamento europeo proprio in scadenza di mandato ha dato un segnale di vita e di attenzione concreta alle criticità che stanno attanagliando gli stai dell’Unione Europea.

Difficilmente i nuovi eletti a maggio avranno intenzione di annullare questa serie di decisioni, anzi sono proprio nel solco delle idee che le forze politiche emergenti stanno da tempo proponendo.

Gli obiettivi sono centrati e adeguati: in particolare si punta allade-carbonizzazione, innovazione, digitalizzazione e più in generale(ed era ora) al sostegno alle PMI .

Fondamentale è stato poi la decisione di scorporare dal calcolo deficit PIL il contributo nazionale per casi motivati.

E l’Italia tra terremoti, frane  e infrastrutture fatiscenti di casi motivati ne ha a iosa…

L’intento politico è chiaro: la chiave sarà l’accessibilità ai fondi europei

E’ chiaro che questo drastico cambio di rotta affonda le radici nella volontà da un lato di contrastare il rallentamento economico e dall’altra dare una risposta al crescente vento anti europeista.

Non a caso i fondi europei privilegiati riguarderanno energia, salvaguardia ambientale, ricerche e studi per contrastare i cambiamenti climatici, sostenibilità, ed infine  quella che si definisce mobilità intelligente.

Ora tutto questo dovrà essere fruibile in modo semplice ed accessibile senza che le aziende specie le più piccole o le micro imprese private debbano spendere per la consulenza iniziale più di quanto possono permettersi.

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