Per analizzare gli scenari che si vanno delineando sui mercati finanziari, spesso ci si avvale di tecniche che rientrano in una di queste due categorie: sistemi proiettivi o trend following.
I primi proiettano obiettivi di prezzo e/o tempo, mentre i secondi, basati su rottura di determinati livelli, sono finalizzati a dare conferme di inversioni di trend a massimi o minimi già raggiunti.
Spesso si fa il paragone con i concetti di mappa e territorio, riconducendo i metodi proiettivi alla prima e quelli trend following al secondo.
Come quando si usa un navigatore satellitare, che va rapportato alla effettiva situazione dei luoghi.
Il dilemma che spesso riguarda il trader o l’investitore è se prediligere segnali anticipati, che consentono di cogliere determinate tappe di un trend, ma non necessariamente quelle finali, oppure se usare, o associare ai segnali del primo tipo, indicazioni trend following, che spesso intervengono tardivamente.
Pensiamo, ad esempio, alla distanza spesso intercorrente tra un massimo o minimo di lungo termine, e la trend line che deve essere rotta per avere conferma di un’inversione.
Ma esiste un’alternativa?
Ebbene sì, possiamo continuare ad usare sia metodi proiettivi, che trend following per formulare un determinato scenario sul trend in corso, ma possiamo anche usare il metodo dei cosiddetti segnali anticipati.
Del tutto analogamente a quando ci avvliamo non solo di navigatori satellitari e del territorio, ma anche delle indicazioni fornite dalla segnaletica stradale, che integra gli altri due elementi.
Di cosa si tratta?
Di usare indicatori algoritmici, non tanto rilevando le divergenze che si creano sui medesimi, e che talora possono anche dare falsi segnali, ma piuttosto di usarli graficamente.
Spesso, infatti, questi indicatori delineano grafici analoghi a quelli che si formano sulla curva dei prezzi, ma presentando l’indubbio vantaggio di rompere determinate figure, ad esempio le trend lines di canali rialzisti o ribassisti, con congruo anticipo rispetto a quello che poi farà la curva dei prezzi.
Per questo si può affermare che spesso svolgono una funzione anticipatrice rispetto a quest’ultima.
Certo, anche questi metodi possono fornire falsi segnali, ma anche la curva dei prezzi non è esente da tale fenomeno.
Andando ad esaminare sui principali mercati azionari cosa è successo durante i precedenti trend di lungo termine, quindi settando i grafici su barre mensili e trimestrali, non possiamo non notare come alcuni indicatori, sia tradizionali, come RSI e MOMENTUM, sia proprietari di ProiezionidiBorsa, come TREND PREDICTION, abbiano praticamente anticipato tutte le svolte poi intervenute sui medesimi.
Non solo.
Spesso l’esame di tali grafici, descritti dagli oscillatori, servono anche a chiarire situazioni che sugli indici paiono ancora incerte o poco comprensibili.
Ad esempio, la situazione attuale è solo quella di una falsa ripartenza verso nuovi massimi, oppure si tratta di una trappola per specialisti?
E’ chiaro che se già sulla curva dei prezzi fosse intervenuta una rottura di una trend line, potremmo verificare se il rialzo sia un semplice pullback o una prosecuzione del rialzo, soprattutto se i prezzi rientrassero sopra la trend line.
Ebbene, con gli oscillatori spesso lo possiamo sapere ben prima.
Ma qual’ è la situazione descritta da questi sui principali indici azionari?
Lo analizziamo con Trend prediction, Rsi a 14 time frames, Momentum a 14 time frame.
S&P 500: sul time frame trimestrale appare ormai rotta sui diversi indicatori la trend line di lungo termine, originatasi nel 2009, da cui si arguisce che l’ultima gamba rialzista, partita dal 2015, è una fase di ultimo rialzo.
Sul time frame mensile sia Trend prediction che Momentum hanno già rotto al ribasso la trend line supportiva partita dal minimo del 2016.
Sembra quindi che l’attuale fase sia più una trappola per tori, che rischiano di essere ingabbiati al ribasso, che altro. O almeno questa è l’indicazione che si desume da questi indicatori.
Ovviamente per chi preferisce ulteriori conferme, meglio attendere una conferma dai prezzi, sotto la trend line, questo mese in area 2390.
Dow Jones: Trend prediction e RSI anticipano su time frame trimestrale la rottura della trend line primaria, originatasi nel 2009.
Su time frame mensile Momentum e Trend prediction anticipato la rottura della trend line originatasi nel 2016.
Questa trend line passa questo mese a 20460.
Nasdaq C.: tutti gli indicatori anticipano rottura, su time frame trimestrale, della trend line originatasi nel 2009.
Su time frame mensile Trend prediction anticipa rottura della trend line originatasi nel 2016, che questo mese passa a 5860.
Dax: RSI e Trend prediction anticipato, su time frame trimestale, rottura della trend line partita dal 2009.
Su tutti gli indicatori è inoltre evidente su time frame mensile la rottura della trend line partita dal minimo del 2016, queste mese passante a 10990.
Complessivamente, ferma restando, anche in questo caso, la valenza statistica delle indicazioni fornite da tale tipo di analisi, si ricava uno scenario da finta ripartenza rialzista.
Eventuali ulteriori conferme, da chiusure mensili dei prezzi sotto i livelli sopra indicati.
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Cimatti Mario Marco