Il genitore che versa periodicamente una quota mensile per la prole, fino a che età deve garantire tale sostegno? Fino a quando si deve versare l’assegno di mantenimento per il figlio? Per rispondere a questa domanda è utile prendere in analisi alcune sentenze della Cassazione e la normativa di riferimento.
Che obblighi ha il genitore nei riguardi di ciascun figlio
La Legge dispone che i genitori hanno l’obbligo di assicurare alla sussistenza dei figli a prescindere dal rapporto che intercorre tra la coppia. Tale obbligo resta tale anche nel caso di una separazione, divorzio o cessazione della convivenze della coppia. In base a quanto stabilisce l’art. 315-bis del codice civile, il figlio infatti ha diritto ad essere mantenuto, educato istruito e assistito sul piano morale.
Quando si parla di assegno di mantenimento in favore dei figli, si pensa immediatamente a quei casi di separazione o divorzio tra la coppia. In questi casi, il figlio che vive con un genitore ha il diritto a ricevere un sostentamento economico e non solo anche da parte dell’altro genitore. Chi vive in tali situazioni, spesso si domanda fino a quando si deve versare l’assegno di mantenimento per il figlio.
Quali criteri fanno decadere il diritto all’assegno di mantenimento?
Volendo rispondere alla domanda iniziale, non esiste un limite ben preciso e determinato di età. Tuttavia, è utile sottolineare che l’assegno di mantenimento non è una condizione che dura per l’arco dell’intera esistenza del figlio. In base a quanto stabilisce una sentenza della Cassazione n. 17738/2015 è possibile pronunciarsi in questa maniera: l’assegno di mantenimento in favore della prole dura fino a quando il figlio non raggiunge l’indipendenza economica. In questi casi, dunque, spesso è compito dei giudici valutare il singolo caso e stabilire un giudizio in ragione delle specifiche condizioni. Non è sufficiente pensare che una occupazione lavorativa del figlio faccia scattare automaticamente la decadenza dell’assegno di mantenimento.
Una occupazione di tipo precario, ad esempio, potrebbe non essere sufficiente e determinare l’esclusione dal mantenimento. Ecco perché è utile esaminare caso per caso. Il genitore che dimostri il raggiungimento dell’autonomia economica del figlio, può presentare domanda di revoca dell’assegno. Di contro, laddove sussistano le circostanze, il figlio che perde il diritto al mantenimento può richiedere un assegno alimentare. Questo in base a quanto stabilisce l’art. 433 del codice civile. È sempre utile in questi casi affidarsi ai giudici e prendere in esame la specificità di ogni caso.
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