Fiducia in crescita tra i consumatori italiani

fiducia, spesa

Nonostante da più parti si sollevano preoccupazioni,  il dato sulla fiducia dei consumatori in Italia si pone al Top in Europa.

I dati di oggi ce lo mostrano con chiarezza, ancora di più se comparati con numeri di altre nazioni.

Vediamoli.

Tabella principali dati macroeconomici europei di giornata

Dei dati tedeschi già sappiamo…oggi ai dati italiani si sono affiancati quelli francesi:

    Indice della fiducia dei consumatori francesi (Lug) 102 101 101
    IPP francese (Mensile) (Giu) -0,5% -0,2% -0,4%
    Livello di fiducia delle aziende italiane (Lug) 100,1 100,6 100,7
    Indice della fiducia dei consumatori italiani (Lug) 113,4 109,6 109,8

Fa piacere constatare che entrambe le nazioni (Italia e Francia) superano le attese nel dato sulla fiducia dei consumatori.

Dato emotivo e spesso volatile quanto fugace come effetto sui mercati, ma pur sempre significativo.

Fa ancora più piacere comparare il nostro eloquente 113.4 con il 102 dei francesi.

Sono numeri che parlano da sé.

Aziende meno fiduciose

In questo quadro perde anche peso specifico la valenza del dato sulla fiducia delle imprese pubblicato a 100.1 versus 100.6 e precedente 100.7.

Non per questo bisogna trascurare il fatto che la percezione delle aziende che producono e danno lavoro e quella dei consumatori non collimano.

Interrogarsi su quale dei due potrà avere maggiore impatto sull’economia reale equivale a chiedersi se è nato prima l’uovo o prima la gallina.

Non vi è risposta.

Solo nel prosieguo capiremo se l’ottimismo chi spende i soldi è in grado di trascinare il sistema produttivo…

Ovvero se la cautela delle aziende ci anticipava una fase di ciclo economico nuovamente difficile.

Dagli indici dei prezzi buone o non buone nuove per la BCE

A una BCE chiamata con urgenza dai mercati ad agire con rapidità continuano ad arrivare non buone notizie sul fronte degli indici dei prezzi.

Il dato francese di -0.5% versus -0.2% atteso è suscito dopo dati tedeschi ancora più preoccupanti.

    Indice dei prezzi all’Importazione tedesco (Mensile) (Giu) -1,4% -0,8% -0,1%
    Indice dei prezzi all’Importazione tedesco (Annuale) (Giu) -2,0% -1,5% -0,2%

Il meno 2% annuale è dato alquanto allarmante.

Se è vero che è meglio agire sul fronte monetario in modo espansivo quando i prezzi sono sotto controllo è anche vero che un -2% è davvero tanto.

Indica uno stato di salute decisamente precario tanto più che su base mensile si registra un -1.4% “allucinante”.

Sono i prezzi all’import ma pur sempre indicano che l’economia non gira.

E questo accade con la BCE che ha già portato da tempo i tassi a zero.

Ecco perché se da un lato questi numeri favoriscono interventi immediati, dall’altro i dubbi sul fatto che si sia in ampio ritardo vengono oggi rinforzati.

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