La FED si sta muovendo su più tavoli.
Oltre al taglio dei tassi di interesse sono stati messi a disposizione del mercato due tranches da 70 miliardi per finanziamenti a breve termine.
La prima ad opera della FED di New York addirittura un giorno prima che la FED “centrale” decidesse sui tassi.
Queste manovre ci indicano con chiarezza che negli USA la domanda di credito è ripartita significativamente.
Rilevanti emissioni di Bond corporate
Ma non dobbiamo pensare che questa forte richiesta di credito derivi esclusivamente dal pubblico privato.
Questa è solo una piccola parte della destinazione delle somme concesse da Powell e company.
In realtà la grande richiesta di rifinanziamento a breve serve ad acquistare bond corporate.
Obbligazioni emesse da grandi aziende, ritenute affidabili dal sistema bancario, che comunque offrono qualche mezzo punto in più di rendimento.
Parliamo di big come Apple (AAPL), Disney o Coca Cola per citare le più famose.
Ovvio che le banche ritirano il denaro a 1,75/2% e poi incassano cedole seppur di poco superiori ma comunque tranquille e il gioco di creare margini è fatto.
Tutto a posto dunque, rischi sistemici zero?
FED finanziamenti a raffica: quali i rischi?
E’ evidente che fin che parliamo di finanziamenti a questi grandissimi e solidi brand il rischio è relativo.
Idem quando parliamo di aziende anche molto più piccole o anche privati che hanno il corretto merito creditizio.
Magari con valutazioni non ristrette all’europea ma nemmeno extra large.
Sì, perché nella patria dei sub-prime il vero rischio è che torni l’epopea del credito extra facile.
In fin dei conti queste due tranches per un totale di 140 miliardi sono andate ad aggiungersi a quella che è la liquidità già disponibile nel sistema…
Ecco dunque che una tale richiesta di credito fa pensare che possiamo essere alla vigilia di una nuova fase di eccessi.
Dove anche operazioni a zero merito creditizio vengono finanziate pur di far volare i margini (di breve) delle banche…
Come difendersi?
In realtà dunque dei rischi su questa accelerazione del credito vi sono eccome.
Il problema è che stabilire se nelle segrete stanze delle singole banche si sta nuovamente aprendo una fase scellerata nell’impiego di questa liquidità montante è impresa veramente ardua.
Anche nel 2007/8 di fatto si scoprirono gli “altarini” solo a giochi fatti quando ormai era troppo tardi per difendersi.
L’unico vero auspicio praticabile ed auspicabile è che chi mette in circolo questa montagna di dollari (ovvero la FED) non si limiti a prestarli ma metta in essere adeguati presidi di controllo riguardo alla destinazione delle somme.