FED e il giorno dei lunghi coltelli

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Oggi la FED potrebbe decidere di affettare i mercati tagliando a pezzettini le speranze di chi confida in un mutato approccio monetario.

Da restrittivo ad accomodante se non espansivo.

Così come potrebbe mettere le ali ai tori per sostenerne la rincorsa verso nuovi target rialzisti.

O anche semplicemente rinviare il tutto al prossimo meeting lasciando invariato il mix di fiducia e timore che oggi aleggia sui mercati.

Con la prima che prevale ampiamente.

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FED Orso

Partiamo dall’ipotesi peggiore, quella meno attesa dagli operatori.

Una FED aggressiva sui tassi che già oggi intervenga al rialzo potrebbe avere un effetto devastante sulle borse.

Oltre che per la sorpresa per l’evidente correlazione che ormai si è generata tra disponibilità monetarie a basso costo e andamento dei corsi azionari.

Per cui a prescindere dal contesto reale ed economico ogni quarto di punto di interesse in più viene prezzato a suon di cali di borsa.

Un ‘ipotesi di una FED così aggressiva è necessariamente legata a spinte dell’ultimo momento.
Tipo se oggi il PIL USA atteso in discesa a +2.6% rispetto al precedente +3.4% dovesse battere ampiamente le attese per Powell e il suo team sarebbe più facile giustificare una manovra immediatamente restrittiva.

FED Toro

Viceversa una FED pacifica che non solo non alzi i tassi ma anche dia nelle dichiarazioni e nelle minute una svolta al proprio indirizzo avrebbe un effetto Toro immediato sulle borse.

Dichiarandosi pronto a nuovamente ribassare i tassi di interesse Powell anestetizzerebbe immediatamente i timori legati all’espandersi anche negli Stati Uniti del rallentamento economico globale ben visibile.

In questo caso il premio sarebbe una reazione euforica da parte delle borse tranquillizzate da un armamentario monetario già ben fornito.

Il tasso attuale al 2,5% rappresenta già una bella scorta in vista di futuri tagli.

Anche se la proiezione annuale non concede spazi enormi i listini potrebbero proiettarsi verso target rialzisti importanti con uno sbocco a fare nuovi massimi (almeno negli USA) nel 2020.

FED 0-0

L’ipotesi più accreditata rimane però quella di una FED che decida di non muovere i tassi in giornata ma nel contempo non si precluda la possibilità di farlo nel 2019.

E qui bisognerà vedere se agli operatori piacerà di più l’avere guadagnato tempo o viceversa se il timore del rialzo verrà prezzato da subito.

In ogni caso in questa ipotesi anche una prosecuzione del recupero non avrebbe vita lunghissima avendo come sbocco naturale i primi di marzo.

Zona di preludio al prossimo meeting voluto da Powell per il 19 e 20 Marzo prossimi.