Italia sì o Italia no? Il Belpaese è sempre stata croce e delizia per la Fiat (Fca), la sua industria più rappresentativa.
Rally Fiat
Sul Ftse Mib, il titolo Fiat Chrysler è protagonista, in positivo. Alle 16 in punto, infatti, poteva vantare un +3,73%. Un risultato che lo collocava al primo posto dei best performer sul listino milanese. Il motivo? E’ presto detto. In queste ultime ore l’a.d. di Fca, Mike Manley ha confermato una serie di investimenti del valore di 5 miliardi di euro per gli stabilimenti italiani. Una scelta che è stata accolta con gioia dai vertici politici come anche da quelli dei sindacati. Strategia che, però, va controcorrente rispetto a quanto prospettato negli scorsi anni dal suo predecessore, Sergio Marchionne.
L’era Marchionne
Il manager italo-canadese, infatti, aveva guardato, con indubbia lungimiranza, all’estero per riuscire a salvare l’azienda da un settore sovraffollato. Il grande salto di qualità era avvenuto con l’acquisizione di Chrysler e lo sbarco a Wall Street. Una scelta che aveva permesso alla società di oltrepassare i muri troppo stretti, dei confini nazionali. Ma che, dall’altro lato, ha portato i vertici a dirottare gli investimenti verso orizzonti fiscalmente più accoglienti.
Fca e cambio di rotta
Ieri, invece, la conferma di un cambio di rotta da parte dell’’a.d. Mike Manley. Al Salone di Ginevra, infatti, il manager non solo ha confermato i target finanziari al 2022 ma ha anche parlato di nuove alleanze. Il primo candidato? Psa. Allo stato attuale delle cose, però, sarebbero stati presi solo i primi contatti. Nulla di deciso e di preciso.
Per quanto riguarda i mercati internazionali, inoltre, altra conferma sulla Cina. Già presente con la cinese Gac, presto oltre alla Jeep vedrà dei potenziamenti con Alfa e Maserati. Bene anche sul fronte dell’auto elettrica: nessuna acquisizione ma un impegno per arrivare al 2022 con una forte competitività.
Altre buone notizie
Ma quella degli investimenti non è la sola buona notizia che arriva da Fca. In arrivo ci sarebbe anche il premio di produzione per il piano 2015-2018. La scelta è nata come premio per i dipendenti italiani che hanno permesso, con il loro impegno, di centrare il 90% degli obiettivi del piano 2015-2018. A conti fatti si tratta di un’extra pari al 4% dello stipendio annuo. Un’agevolazione che arriva dopo quella annunciata qualche mese fa e cioè il premio di stabilimento. In altri termini era una tassazione agevolata del 10%.