FCA (MIL:FCA) ha chiuso la seduta del 3 gennaio a 12,416€ in ribasso dell’1,19%.
La seduta del 3 gennaio è stata caratterizzata dalla diffusione dei dati sulle immatricolazioni in Europa e negli Stati Uniti. Negli USA i dati di FCA sono stati molto buoni. Ecco quanto riportato da MilanoFinanza
Guardando complessivamente ai 12 mesi dello scorso anno, le vendite al dettaglio si sono attestate a 1.760.488 unità, sui massimi dal 2001. Quelle totali, sempre negli Usa, sono cresciute del 9% a/a a 2.235.204 unità. “La performance di quest’anno evidenzia gli sforzi intrapresi per riallineare la nostra produzione per offrire ai consumatori statunitensi più veicoli Jeep e pickup Ram”, ha puntualizzato il responsabile delle vendite negli Stati Uniti, Reid Bigland.
In Italia, invece, le cose non vanno altrettanto bene. Nel 2018, infatti, FCA ha visto un calo delle vendite pari al 10% e una quota di mercato pari a circa il 26%. Il crollo delle vendite è legato sostanzialmente al marchio Fiat che ha visto un calo del 14% su base annua e parzialmente compensato dalla crescita esponenziale del marchio Jeep che ha avuto un incremento delle vendite del 70%.
Delle attese per il 2019 abbiamo già riportato in un articolo precedente, FCA rischia ancora forti ribassi. In questo articolo abbiamo anche riportato il consenso medio degli analisti sul titolo che hanno un giudizio medio OUTPERFORM e un prezzo obiettivo medio di 17,2€.
Analisi tecnica e previsioni sul titolo FCA
Nel breve termine, time frame giornaliero, è in corso una proiezione ribassista che ha (quasi) raggiunto il suo I° obiettivo di prezzo in area 12,1€. Se questo livello dovesse venire rotto al ribasso le quotazioni verrebbero proiettate verso il II° obiettivo di prezzo in area 9,9492€. Un’eventuale riscossa dei rialzisti passa per la riconquista in chiusura di giornata di area 13,4065€.

FCA: proiezione ribassista in corso sul time frame giornaliero. La linea blu rappresenta i livelli di Running Bisector; la linea rossa i livelli de La Nuova Legge della Vibrazione.