La fase 2 si apre con un motto o ammonimento: “se ami l’Italia, mantieni le distanze”. Tuttavia, questo avvertimento, seppure virtuoso, si scontra, di fatto, con quanto il decreto stesso autorizza nel prosieguo. L’espressione, quindi, riassume in se’ le incertezze che si celano dietro la riapertura delle attivita’, dettata piu’ dalla necessita’ di uniformazione al resto del mondo che ad una reale convinzione. L’apertura, risponderebbe anche ad un’esigenza generalizzata avvertita nella popolazione che preferisce “accettare il rischio” piuttosto che la clausura. L’antinomia tra il motto e la realta’ si evince dalla circostanza che e’ difficile mantenere le distanze necessarie se si autorizza la visita a genitori e parenti.
Ancorche’, infatti, continuino ad essere vietati gli assembramenti, purtuttavia, sono consentite le visite. Il tutto con mascherine e distanziamento. Quasi, a dire, “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Se si evita il contagio e’ bene, altrimenti: “avete voluto la liberta’? Questo e’ il prezzo”. Certamente, il lock down non sarebbe potuto continuare in eterno ma un’apertura improvvisa, “cosi’ ampia”, dopo la rigida e totale chiusura, sembra un po’ eccessiva. Quasi che si voglia fare un test sul “come andra’ a finire”. Quindi, consiglio di considerare individualmente i rischi connessi ai contagi che certamente non termineranno improvvisamente. Pertanto, indipendentemente dagli assembramenti, bisogna non esporre al rischio i propri familiari. Come? Semplicemente, evitando contatti con loro, soprattutto se si sta molto in giro per lavoro o altro.
Fase 2 e come gestire il prosieguo…
Certamente, le dietrologie sono quasi doverose allorquando cio’ a cui assistiamo desta dei dubbi. Il Governo ha deciso di scaglionare le aperture per valutare, dopo il primo step, se la messa in circolazione delle persone sia compatibile con il livello attuale di contagiosita’ del virus. Insomma, e’ bene capire che, nella seconda fase, saremo “in prova”, cioe’ in osservazione.
Quindi, le osservazioni prudenziali quivi riportate non significano propriamente “fare dietrologie”. Piuttosto, occorre capire quale sia il significato reale della decisione sottesa alla riapertura delle attivita’. Insomma, non possiamo certo vivere di aria ma e’ bene comprendere che la pandemia non e’ finita. Pertanto, l’utilizzo delle mascherine e delle distanze non e’ un’esibizione sul rispetto delle regole ma un’opportunita’, in mano nostra, per tutelare noi stessi dalla necessita’ della riapertura. Quindi, dovremo utilizzare gli strumenti di protezione non solo nel pubblico ma soprattutto nel privato per tutelare noi stessi e i nostri cari.