Faremo la fine della Cina, dopo l’incubo, la voglia di vendetta

Cina

La Cina si sta rimettendo in moto. Tutti i pezzetti del puzzle si stanno ricomponendo nella vita economica del Paese. Anche a noi toccherà la stessa sorte: faremo la fine della Cina, dopo l’incubo, la voglia di vendetta.

Molti si chiedono cosa stia avvenendo a quelle latitudini. Siamo talmente concentrati sulle vicende di casa per come combattere il coronavirus che non sappiamo come quel popolo si sta riprendendo dal post pandemia.

Cosa sta avvenendo in Cina

Dopo la bufera, si sono riaperte le prime saracinesche e si sta ritornando alla normalità poiché le stringenti restrizioni sono state allentate.  Dal Capodanno cinese che gli asiatici hanno vissuto in un’altra dimensione e ne sono riusciti ad uscire. Il peso dei mancati guadagni ha inferto un colpo all’economia cinese, con il settore turistico e del lusso con l’acqua alla gola. Proprio da qui la Cina ripartirà con il primo effetto rimbalzo grazie alla voglia di spendere dei consumatori medio-alti che hanno risparmiato soldi in questi terribili mesi.

Dall’effetto revenge spending alla voglia di vendetta

Durante il periodo di panico da coronavirus, consumatori grandi e piccoli si sono concentrati a spendere soldi solo per cibo, mascherine e disinfettanti. L’effetto revenge spending ora è alle spalle e subentra la sindrome della voglia di vendetta, consistente nel voler ad ogni costo spendere soldi in segno di felicità e acquistando anche il superfluo.

La storia si ripete

Questa voglia di vendetta in Cina si è consumata in passato quando usciti dalla crisi del 2003, alla prima occasione festiva, il turismo è esploso e i negozi  Chanel, Louis Vuitton e Salvatore Ferragamo (MIL:SFER) con la fila fuori la porta.

Il futuro in Italia

Molti si chiedono: faremo la fine della Cina, dopo l’incubo, la voglia di vendetta? In Italia siamo ancora nel panico più assoluto, con il picco da coronavirus non ancora raggiunto e un timore tra la popolazione sempre crescente.  Parlare oggi di come andrà in Italia è presto. Di certo c’è che in Cina si sono rimessi in moto. Una buona notizia per l’Italia: perché i nostri prodotti sono sempre ricercati dai cinesi.