Qual è il significato e l’origine del modo di dire “fare la gattamorta”?
Si tratta di un’espressione molto comune nel linguaggio quotidiano per descrivere un determinato atteggiamento e nello specifico un modo di dire non del tutto gratificante per la persona di cui stiamo parlando.
Quando una persona sta assumendo un atteggiamento “da gatta morta”, le attribuiamo un comportamento ambiguo. La maggior parte delle volte è determinato da fini egoistici, dissimulato da un atteggiamento di evidente innocenza. Lo scopo principale è quello di far abbassare la guardia di chi si vuol ingannare.
Fare la gattamorta: il significato e l’origine del modo dire
Sono molti i modi di dire e le espressioni idiomatiche che considerano gli animali come protagonisti. Tra questi vi è “fare la gattamorta”, ma qual è il significato e l’origine?
L’espressione probabilmente ha delle radici lontanissime e potrebbe risalire ad una favola di Esopo conosciuta come “Il gatto e i topi”.
Il testo narra di una storia di un gatto golosone che scopre una casa piena zeppa di topi e vi si reca per farsi una grande abbuffata. I topi, dopo il primo momento di sorpresa, si rintanano e non escono mai dal loro rifugio.
A quel punto il felino si presenta con un piano diabolico per catturare le tanto desiderate prede, fingendosi morto e lasciandosi cadere appeso a un piolo posto vicino alle tane. Ma i piccoli topolini non cadono nella trappola architettata dal gatto, avendo già capito la sua natura e svelando l’inganno.
Per questo motivo oggi, anche nel senso comune, “fare la gattamorta” è un modo per esprimere un concetto negativo. Una caratteristica che rientra tra i difetti dei felini di essere a volte un po’ egoisti ed opportunisti, ma non per questo poco legati all’essere umano o affettuosi nei suoi confronti.
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