Sono 577.000 i licenziamenti che slittano a fine agosto quando sarà tolto il blocco causato dalla pandemia. Inizieranno le imprese più grandi soprattutto nel settore dell’edilizia e poi alle soglie dell’inverno lo potranno fare anche le piccole e medie imprese. La novità l’ha annunciata ieri il Premier Mario Draghi presentando il Decreto Sostegni bis. Ecco le novità raccolte dalla Redazione Lavoro e Diritti di ProiezionidiBorsa.
Oltre 251mila licenziamenti fermi da un anno
Famiglie preoccupatissime per i 577.000 licenziamenti in arrivo nelle imprese anche se rimandati a settembre. Il settore Servizi della Banca d’Italia e il Ministero del Lavoro sono arrivati a questi numeri per sommatoria. Ci sono 251mila licenziamenti fermi dal 2020 e 128mila nei primi quattro mesi del 2021.
Dunque moltissimi sarebbero stati fisiologici anche in tempi normali. A questi se ne aggiungono circa 200mila riconducibili alla riduzione dell’attività economica causato dalla crisi pandemica. La scossa per il mondo del lavoro, tra entrate e uscite, sarà comunque traumatica. Anche se rinviata alla fine dell’estate.
Per velocizzare la ricerca di un nuovo impiego, saranno utili oltre ai titoli di studio, anche i diplomi di formazione conseguiti durante gli anni di lavoro. Ma non sempre è facile ottenerli dopo aver perso il posto.
Oltre un milione di famiglie vive col reddito di cittadinanza
Intanto non migliora la situazione per chi un lavoro non ce l’ha. Nello scorso mese di aprile state 1,2 milioni le famiglie italiane che hanno vissuto con il reddito di cittadinanza. L’importo medio per nucleo è stato di 557 euro. Lo fa sapere l’INPS precisando che sono 2,8 milioni le persone coinvolte.
Nel primo quadrimestre del 2021 è stata erogata almeno una mensilità a 1,6 milioni di nuclei per 3,5 milioni di beneficiari. Ad aprile i nuclei percettori di reddito di cittadinanza sono stati 1,1 milioni (586 euro l’importo medio), mentre i percettori di pensione di cittadinanza sono stati 109.000, con 266 euro di importo medio.
Famiglie preoccupatissime per i 577.000 licenziamenti in arrivo nelle imprese anche se rimandati a settembre
Tra le famiglie che hanno percepito il reddito o la pensione di cittadinanza ad aprile, due su tre risiedevano nel Sud o nelle isole.
Il Nord con 254.785 famiglie ha avuto il 20,88% dei beneficiari, il Centro con 182,630 famiglie ha avuto il 14,97% dei beneficiari e il Mezzogiorno con 782.797 famiglie ha avuto il 64,15% dei beneficiari.
Gli importi ricevuti dalle famiglie del Sud sono mediamente più alti anche a causa del maggior numero dei componenti (2,4 in media al Sud, 2,1 al Centro e 2 al Nord) con 590 euro ad aprile a fronte dei 483 medi del Nord (516 al Centro) e i 557 della media sull’intero territorio nazionale.