Con l’emergenza sanitaria da Covid-19 molti dei pagamenti che avremmo dovuto affrontare con il Decreto di agosto sono stati sospesi. Tra questi, non solo le cartelle esattoriali, gli avvisi di accertamento e di addebito, ma anche i pignoramenti da parte del Fisco di pensioni e stipendi.
Il periodo di sospensione andava dall’8 marzo al 15 ottobre 2020. Per cui da domani 16 ottobre, a meno che non intervenga una nuova proroga e c’è già chi pensa ad una rottamazione quater, sono in arrivo circa 10 milioni di cartelle esattoriali.
Ripartono, dunque, le azioni esecutive da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e degli Enti locali creditori.
Il contribuente allora non deve farsi trovare impreparato. Deve conoscere quelli che sono i suoi diritti.
Deve, dunque, fare molta attenzione alle cartelle notificate a mezzo PEC perché potrebbe non pagarle.
Cos’è la cartella di pagamento
Attraverso la cartella di pagamento, nota anche come cartella esattoriale, la Pubblica Amministrazione recupera coattivamente un credito che vanta nei confronti del contribuente.
Immaginiamo di non aver pagato alcune multe per le infrazioni al Codice della Strada o di aver omesso di pagare la TASI o altre imposte.
In questi casi, grazie a questo titolo esecutivo ossia la cartella, gli Enti competenti possono recuperare il proprio credito.
Fai molta attenzione alle cartelle notificate a mezzo PEC potresti non pagarle
Di solito, le cartelle di pagamento vengono notificate al contribuente mediante raccomandata con avviso di ricevimento, consegnate dal postino o dal messo notificatore del Comune.
Tuttavia, possono essere notificate anche a mezzo PEC.
La PEC ossia la posta elettronica certificata, infatti, è uno strumento ormai equiparato alla raccomandata con avviso di ricevimento. Al riguardo, si consiglia la lettura dell’articolo 26 del D.P.R. n. 602/73 che regola la notificazione via PEC proprio degli atti della riscossione. Pertanto, una volta accertata la possibilità che ha la PA di notificare anche le cartelle di pagamento a mezzo PEC, cerchiamo di capire quando il contribuente può non pagare la cartella.
Cosa deve controllare il contribuente
La prima cosa che deve controllare il contribuente quando riceve via PEC una cartella esattoriale sono gli allegati.
In particolare, deve fare attenzione al tipo di formato dell’allegato. Un semplice formato Word non può assolutamente avere alcuna valenza giuridica, in quanto modificabile da chiunque.
Il formato deve essere pdf e firmato digitalmente per garantire l’identità del mittente.
Molte Commissioni tributarie hanno annullato le notifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate perché effettuate utilizzando solo il formato pdf senza la firma digitale.
Di avviso contrario è, invece, la Corte di Cassazione. In diverse pronunce, ha ritenuto sufficiente il solo formato pdf. Non essendovi dubbi sulla provenienza della cartella da parte della PA.
Pertanto, si consiglia di prestare sempre molta attenzione agli atti notificati a mezzo PEC.
Eventualmente affidatevi a professionisti esperti del settore, al fine di valutare la sussistenza di elementi per impugnare la cartella esattoriale.
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