EXOR va controtendenza e punta sulle energie non rinnovabili. I possibili scenari per il titolo

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Se negli ultimi anni la parola d’ordine è sempre e solo stata puntare sulla green energy, EXOR va controtendenza e punta sulle energie non rinnovabili. È questa la clamorosa notizia che viene fuori andando a guardare il portafoglio investimenti della holding della famiglia Agnelli negli USA. Al 31 dicembre 2020, infatti, su un portafoglio di circa 1,5 miliardi di dollari, gli investimenti del settore petrolifero e gas naturale ammontavano a 600 milioni. Questa scelta, complice il rialzo dei prezzi dell’energia, ha generato ritorni superiori al 40% sul portafoglio investimenti di EXOR.

Si conferma, quindi, la bontà di quanto scritto oltre un anno fa nel report dal titolo emblematico Come fare per investire come la famiglia Agnelli-Elkann?

Della bontà di un investimento su EXOR si è anche convinto Kepler Cheuvreux che ha inserito il titolo tra i suoi 8 top pick del 2022.

La valutazione del titolo EXOR

Dal questo punto di vista le azioni EXOR sono molto sopravvalutate. Fa eccezione il Price to Book ratio il quale esprime una sottovalutazione di circa il 40% rispetto ai livelli attuali.

Altri punti deboli del titolo sono le previsioni di Standard & Poor’s, secondo le quali le prospettive di crescita sul fatturato dell’azienda nei prossimi anni sono molto basse. Inoltre, il rapporto “enterprise value to sales” della società la colloca tra le aziende più costose su scala mondiale.

Secondo le raccomandazioni degli analisti, invece, il consenso medio è comprare con un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione di circa il 27%.

EXOR va controtendenza e punta sulle energie non rinnovabili. I possibili scenari per il titolo secondo l’analisi grafica

Il titolo azionario EXOR (MIL:EXO) ha chiuso la seduta di contrattazioni del 21 gennaio a quota 76,64 euro in ribasso del 2,64% rispetto alla seduta precedente.

Time frame settimanale

La situazione grafica del titolo è allo stesso semplice e complicata. Come si vede dal grafico, infatti, da metà novembre le quotazioni si stanno muovendo all’interno di uno stretto trading range delimitato dai livelli 75,4 euro – 80,36 euro.

Questa condizione è foriera di tanti falsi segnali. Se, però, si ha la pazienza di aspettare la rottura di uno dei due livelli in chiusura di settimana, allora tutto diventa più semplice.

Al rialzo gli obiettivi sono quelli indicati in figura, con massima estensione oltre il 100 euro per azione. Al ribasso, invece, le quotazioni potrebbero ritornare in area 60 euro.

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