Dove è diretto il cambio Euro Dollaro?
L’economia Usa è in una fase di possibile inversione di rotta? Difficile dirlo, di sicuro c’è che l’ottimismo dei primi tempi non sembra essere più forte come prima. Eppure i timori di un rialzo futuro del dollaro continuano a minacciare i mercati. Ed anche Trump se n’è accorto.
La situazione
In Europa la Bce ha deciso di ridare vita ad una serie di operazioni di finanziamento agevolato per le banche europee. Una conferma diretta del momento difficile che sta attraversando l’economia del Vecchio Continente. Il prossimo drive sarà quindi l’esito del voto della Camera dei Comuni sul nuovo accordo presentato dal premier inglese Theresa May.
Ma al di là delle questioni europee a spaventare è la prospettiva di un rialzo futuro del biglietto verde.
Da cosa nasce questo timore?
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei valute, è aumentato di oltre l′1% nel 2019. Eppure la Federal Reserve ha più volte sottolineato il suo approccio attendista. Di conseguenza altre possibili strette sui tassi sembrerebbero ormai lontane. La spiegazione è semplice: le prospettive economiche a breve termine degli Stati Uniti sembrano molto meno cupe di quelle degli altri paesi. Quindi, paradossalmente, non è la forza intrinseca dell’economia a stelle e strisce.
A preoccupare è il fatto che Washington non sta poi male come stanno le altre nazioni. Il dollaro torna ad essere una moneta rifugio? Sicuramente potrebbe esserlo in confronto al resto del mondo. Basti pensare a quanto dichiarato da Mario Draghi, governatore della Bce, nell’ultima conferenza stampa. Le stime di crescita dell’eurozona sono state ridotte all′1,1% invece del precedente 1,7%. Il tutto, proprio mentre l’economia statunitense è cresciuta del 2,6% nel quarto trimestre.
Le preoccupazioni sul dollaro
L’US Dollar Currency Index che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei valute, è aumentato di oltre l′1% nel 2019, raggiungendo la scorsa settimana il livello più alto dal 15 febbraio. Non solo, ma contro l’euro è arrivato addirittura a segnare un +2%. Un aumento che ha fatto tuonare nuovamente il presidente Usa Donald Trump, preoccupato per l’export. L’inquilino della Casa Banca non ha esitato a dire: “Voglio un dollaro grande per questo paese, ma non così enorme da impedirci di fare affari con altre nazioni”.
In tutto questo, un quarto d’ora prima delle 16, l’EUR/USD viaggiava a 1.127385.
Comunque solo un ritorno in chiusura mensile superiore a 1,1570 potrebbe ridare forza all’Euro di lungo termine.
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