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C’è una vasta letteratura in psicologia dove è studiata la correlazione tra il clima di un giorno (assolato, nuvoloso, parzialmente nuvoloso, etc. etc.) e l’umore delle persone. In particolare, è dimostrato che un giorno pieno di sole induce al
buon umore e all’ottimismo. Poiché l’ottimismo e il buonumore possono portare ad un’erronea valutazione del rischio, l’aspetto climatico potrebbe avere un impatto anche sui mercati azionari.
Tra i molti lavori sull’argomento ne citiamo due. “Good day sunshine: stock returns and the weather” di D. Hirshleifer and T. Shumway e “Winter blues: a seasonal affective disorder stock market cycle” di M. J. Kamstra, L. A. Kramer and M. D. Levi.
Nel primo lavoro è stata mostrata la correlazione tra i mercati azionari e una variabile dell’“International Surface Weather Observations (ISWO)” che misura la copertura del cielo(0=sereno, 8=coperto). Poiché mediamente in estate il cielo è
più sereno che in inverno, la copertura media è stata determinata sottraendo al valore giornaliero la media della settimana calcolata sui sedici anni precedenti. Lo studio è stato effettuato considerando 26 mercati distribuiti in tutto il mondo e il risultato è che esiste una fortissima correlazione tra la copertura del cielo
e la performance media giornaliera. A titolo di esempio riportiamo i risultati ottenuti per la città di New York. Il rendimento medio annualizzato per giorni sereni (ISWO=0) è il 24.8%, mentre per giorni coperti (ISWO=8) è il 8.7%. Gli autori
hanno anche studiato le performance di un portafoglio che replica le performance del mercato e che utilizza questo effetto.
Nel secondo lavoro, invece, è stato studiato il legame tra i mercati azionari e il numero di ore con la luce del sole al giorno.
La depressione è stata collegata con i “seasonal affective disorder (SAD)”, una condizione che colpisce molte persone durante i giorni con poche ore di luce naturale. D’altra parte, la psicologia sperimentale ha ampiamente documentato un chiaro legame tra la depressione e un’errata valutazione del rischio. Per
cui durante i giorni con poche ore di luce naturale si potrebbero avere ripercussioni sui mercati azionari.
La conclusione è che, anche dopo aver sottratto gli effetti stagionali, c’è un chiaro effetto del SAD sui mercati. Lo studio combinato di mercati a diverse latitudini e in entrambi gli emisferi fornisce un’ulteriore e solida conferma dell’effetto. In particolare, i mercati a latitudini più elevate presentano un
effetto SAD molto più marcato e i risultati nell’emisfero sud sono spostati di sei mesi rispetto a quelli dell’emisfero nord. Gli autori hanno anche studiato la performance di due portafogli uno pro-SAD (investe sempre durante l’autunno e l’inverno di uno qualunque dei due emisferi) e uno contro-SAD (investe sempre
durante la primavera e l’estate di uno qualunque dei due emisferi), confrontata con quella di un portafoglio neutrale (50% investito nell’emisfero nord, 50% in quello sud).
Per massimizzare l’effetto, gli autori hanno considerato il mercato azionario svedese per l’emisfero nord e quello australiano per l’emisfero sud. A fronte di un risultato del portafoglio neutrale pari al 13.2% su base annua, la performance
dei portafogli pro-SAD e contro-SAD è del 21.2% e 5.2%, rispettivamente.
In conclusione, i risultati di questi due lavori supportano l’evidenza psicologia per cui la depressione, il cattivo umore portano ad errate valutazioni dei rischi e, quindi, a ritorni negativi sui mercati azionari. Sebbene una strategia di trading
che tenga conto dei due effetti discussi in precedenza sia stata mostrata essere vincente, sicuramente sapere che esistono degli errori indotti dalle condizioni ambientali è certamente utile per evitarli in futuro.