Educare i figli con la violenza verbale può costituire reato?

violenza verbale

Ai tempi dei nostri nonni una sculacciata col famoso cucchiaio di legno era quasi un must per l’educazione dei propri figli. Nel 2021 non può certamente dirsi lo stesso.
Educare la prole non è mai stato facile e mai lo sarà, ma le modalità per farlo sono cambiate nel corso dei decenni.
Se prima una sberla o alcuni rimproveri rientravano nei normali canoni della formazione di un fanciullo, ad oggi si rischia addirittura il carcere. Il sempre maggiore interesse verso la tutela dei bambini nasce da un abuso di violenza verbale e fisica che, in passato, non sembrava fare scandalo. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo è stata firmata nel 1989 e ha aperto la strada ad una nuova concezione della giustizia. Si parla della giustizia nei confronti dei minori, considerati un bene prezioso da tutelare da malevoli attacchi esterni.

Educare i figli con la violenza verbale può costituire reato?

L’Italia ha recepito la Convenzione nel 1991 e rappresenta uno dei capisaldi del nostro Stato democratico. Insieme ad altre novità legislative, infatti, l’Italia ha creato un sistema normativo volto a proteggere le categorie sociali ritenute più deboli, donne e bambini. Tra queste novità rientra anche l’inasprimento sanzionatorio nei confronti di chi viola queste importanti norme.

La Corte di Cassazione si è recentemente espressa in merito ad un caso di violenza in famiglia per l’educazione dei figli. Vediamo di cosa si tratta.

Il caso

Il reo aveva fatto ricorso in Cassazione asserendo di aver commesso il reato abuso dei mezzi di correzione e non di maltrattamenti in famiglia. Infatti, il reato di maltrattamenti in famiglia ex Art, 572 c.p. prevede una sanzione più grave di quello ex 571 sull’abuso dei mezzi di correzione. Nel primo caso, infatti, è prevista la pena della reclusione da tre a sette anni, mentre nel secondo fino a sei mesi. La Cassazione ha respinto il ricorso del condannato, sottolineando che il discrimen tra le due fattispecie è la violenza. Il reato di cui all’Art 571 c.p. contempla tutti i mezzi di correzione leciti, quali ad esempio l’esclusione da attività ludiche o normali rimproveri.

La violenza fisica o verbale, che in quest’ultimo caso consiste in offese, insulti o umiliazioni, non fa parte sicuramente dei mezzi “leciti”.

E quindi, educare i figli con la violenza verbale può costituire reato? Sì, assolutamente.