Edilizia sovvenzionata: a chi si rivolge e come ci si accede

edilizia, Appaltatori e subappaltatori

Edilizia sovvenzionata: a chi si rivolge e come ci si accede? In tempi, come questi, in cui è sempre più difficile sostenere i costi legati alla proprietà o al mero possesso di un alloggio, è bene conoscere tutte le forme di edilizia. Specie quelle che consentono particolari agevolazioni. La tripletta su cui merita spendere un po’ di tempo è quella che va sotto il nome di edilizia sovvenzionata, agevolata e convenzionata. Tre realtà forse, in una prima approssimazione, facilmente confondibili. Ma come vedremo, nella pratica, le cose stanno diversamente. Così dopo esserci occupati di edilizia convenzionata, in un nostro precedente approfondimento, andiamo avanti. Riflettori puntati dunque sull’edilizia sovvenzionata, a chi si rivolge e come ci si accede.

Le costruzioni nel circuito dell’edilizia sovvenzionata

Nel comparto dell’edilizia sovvenzionata, i soggetti che si fanno carico di realizzare le costruzioni sono gli enti territoriali o lo Stato. Le case possono essere sia di nuova costruzione, che acquistate e recuperate, al fine di poter poi stabilire delle graduatorie comunali. Infatti, contrariamente a quanto abbiamo visto accadere nel caso dell’edilizia convenzionata, qui l’entrata in godimento dell’immobile non avviene a seguito di un normale atto di compravendita.

E come allora? Si potrebbe obiettare. La risposta è quanto mai semplice. Nel caso dell’edilizia sovvenzionata, gli alloggi vanno sottoposti ad una procedura di assegnazione, determinata in base a dei veri e propri bandi di concorso pubblico. Vediamo quindi quali sono i soggetti a cui preferenzialmente questa tipologia di alloggi si rivolge.

I soggetti beneficiari

Gli alloggi, in questo specifico caso, prendono il nome di case popolari. Quindi il target di riferimento è quello delle famiglie più bisognose. L’assegnazione in godimento degli immobili prevede dunque il pagamento di un canone di locazione, che tiene conto delle specifiche condizioni economiche del nucleo. Quasi superfluo aggiungere che si tratta di canoni di molto ribassati rispetto alla media degli standards.

Ci sono però dei prerequisiti, per poter entrare nel circuito dell’edilizia sovvenzionata. In linea di massima, infatti i soggetti assegnatari devono avere cittadinanza italiana o assimilata, residenza in loco,

fasce di reddito basse, e non vantare diritti di alcun tipo su altri beni immobiliari. Una volta che quindi si sia verificata la sussistenza di tutti i requisiti, specificati in appositi bandi, gli interessati dovranno presentare una domanda per entrare in graduatoria. Ma a chi deve rivolgersi la domanda?

L’intervento degli ATER

Ecco che siamo giunti ad un altro passaggio cruciale. Gli interventi di edilizia sovvenzionata sono infatti attuati e gestiti dalle ATER, ovvero dalle Aziende Territoriali per l’edilizia residenziale pubblica. Aziende che usufruiscono di finanziamenti e contributi statali e/o regionali, da qui la qualifica di edilizia sovvenzionata.

Edilizia sovvenzionata: a chi si rivolge e come ci si accede

Chiarito quali sono i soggetti potenzialmente benficiari di questa edilizia, vediamo nel dettaglio come si fa ad inserirsi nel circuito. La prima cosa a cui i soggetti interessati devono prestare attenzione è l’uscita del bando e la relativa data di chiusura per la presentazione delle domande. Quindi occhio a quanto viene pubblicizzato presso le sedi dell’Ater, all’albo comunale, ma anche nei siti web di Regioni e Comuni interessati dalla procedura.

Tutto ciò sarà infatti propedeutico per la stesura di una graduatoria con l’assegnazione di relativi punteggi che terrà conto di vari indicatori. A titolo esemplificativo si rammentano: la numerosità del nucleo familiare, la presenza di anziani in casa, stati di particolare indigenza, ma anche condizioni insalubri di alloggi già occupati. Tra la tipologia di persone persone da privilegiare: le vittime di violenza di genere, i single con minori a carico, i disabili, chi ha in corso delle procedure di sfratto. Terminato tutto l’iter, si passerà alla fase ultima, vale a dire a quella dell’assegnazione vera e propria. Insomma, un percorso ad ostacoli che però potrebbe ripagare dello sforzo compiuto.